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Vitalizi, #eiopago

iopagoI vitalizi degli ex parlamentari sono uno scandalo. Ci sono alcuni che ricevono il vitalizio con un solo giorno di presenza. Ma lo scandalo più grande è che non se ne vergognano, anzi, se glielo ricordi alzano pure la voce.In un Paese dove la pensione sta diventando un miraggio, sempre più magra e procrastinata nel tempo, questi personaggi (che sono un numero impressionante e per i quali spendiamo 236 milioni all’anno) rispondono con frasi del tenore: “Il mio vitalizio è perfettamente legale” o, per dirla alla Jannacci “Se me lo dicevi prima mi facevo una pensione, andavo a lavorare, non facevo il mutuo per una casa al di sopra delle mie possibilità, se lo sapevo prima non mi compravo una barca, mandavo i miei figli a lavorare“. Eh, eh, eh, ma se me lo dicevi prima/ Eh, se me lo dicevi prima/ Come prima?/ Ma sì se me lo dicevi prima/ Ma prima quando?/ Ma prima no…/ Se me lo dicevi prima/ Ma io ho bisogno adesso, sto male adesso/ Ma se me lo dicevi prima ti operavo io / Ma io ho bisogno di lavorare io sto male adesso/ Eh sto male e sto bene macché il lavoro e mica il lavoro/ Bisogna saperlo prima che dopo non c’è lavoro, prima, capito
Ecco, da oggi questi cazzabuboli di risposte non valgono più. Esiste infatti un fondo di microcredito del Tesoro a disposizione di imprese in difficoltà in cui gli svergognati percettori di soldi pubblici possono destinare i loro vitalizi. Nel fondo è versato regolarmente parte degli stipendi dei parlamentari a 5 Stelle e il fondo ammonta a 10 milioni di euro.
Sindacalisti, imprenditori, giornalisti, avvocati, politici di professione, un circo Barnum compatto di imbonitori. Un fronte unico per i vitalizi. In Italia tutti tengono famiglia e (quasi) tutti un vitalizio. L’elenco di ex parlamentari che vivono a sbafo è impressionante. Sono per la precisione 1.515 ex deputati e 891 ex senatori.Se ne conoscete qualcuno, sfogliate l’elenco degno delle Pagine Gialle, ricordategli del microcredito e del fatto che lui è un nostro dipendente mantenuto dalle nostre tasse anche dopo l’incarico parlamentare.
L’elenco dei parlamentari che godono di un ricco vitalizio per l’esperienza vissuta a Montecitorio o Palazzo Madama non smette mai di sorprendere. In lista ci sono anche due radicali, Pietro Craveri e Luca Boneschi, che hanno percepito fino ad oggi 500mila euro a testa dopo aver trascorso alla Camera dei deputati solo un giorno. Un caso simile è poi quello di Angelo Pezzana, altro radicale, che è riuscito a portare a casa 588mila euro dopo appena 9 giorni da deputato.
Lo Stato italiano spende circa 236 milioni di euro l’anno per i vitalizi di coloro che hanno seduto sulle poltrone di Camera e Senato. E non solo politici di professione, ma anche giornalisti, imprenditori, sindacalisti e persone provenienti dalla società civile, che dopo uno o due mandati in Parlamento tornano a casa con una bella rendita a vita. 

Non solo politici
Non soltanto i politici di professione godono dei vitalizi; e così nella lista troviamo sindacalisti, imprenditori, magistrati, giornalisti e avvocati. Tra gli avvocati figurano Gaetano Pecorella (4.372 euro) e Carlo Taormina (2.150); tra i sindacalisti Pierre Carniti (2.381), Sergio D’Antoni (3.958) e Giorgio Benvenuto (4.581); tra i giornalisti Rossana Rossanda (2.124), Eugenio Scalfari (2.270) e Demetrio Volcic (2.934); tra i magistrati Giuseppe Ayala (5.692), tra gli imprenditori Vittorio Cecchi Gori (3.408), Luciano Benetton (2,.381) e Santo Versace (1.589). Ma nella lista ci sono anche registi come Franco Zeffirelli (3.408) e critici d’arte come Vittorio Sgarbi (5.007).

Ma non è finita qui! La prossima puntata sui vitalizi sarà dedicata agli ex consiglieri regionali che ci costano 177,4 milioni di euro l’anno.

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