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Regionali 2015, un caso De Luca come il caso Lupi? Ecco le consulenze del figlio Piero

piero De LucaIl figlio di De Luca come il figlio di Lupi? Una consulenza come un Rolex, se la consulenza è data da un’azienda che beneficia di una variante urbanistica del comune di Salerno. E allora, andiamo con ordine. La vicenda è legata a una grande operazione che fece l’amministrazione di Salerno, un decennio fa: la variante urbanistica, approvata tra mille polemiche, nel 2003. Un provvedimento che consentì il trasferimento delle Manifatture cotoniere meridionali, di proprietà dell’ex presidente di Confindustria Lettieri (poi candidato del Pdl a Napoli), da una area di Salerno (le Fratte) alla nuova zona industriale. Opera discussa, costosa, per molti discutibile visto che se il vantaggio delle Manifatture è apparso evidente, meno lo è per la zona delle Fratte, dove i lavori di riqualificazione a Fratte non partono ancora e alcune palazzine restano abbandonate a se stessa.

Il caso fece molto clamore, e insieme ad un’altra variante, quella predisposta per l’ex Ideal Standard (processo ancora in corso), rappresentò per la Procura di Salerno l’esempio di un sistema clientelistico-affaristico che avrebbe inquinato la vita politico-amministrativa di Salerno, con De Luca ritenuto il ‘dominus’, anche quando ricopriva solo il ruolo di parlamentare Ds mentre a fare il sindaco c’era il suo ex capo della segreteria politica, Mario De Biase. Vincenzo De Luca è stato assolto dall’accusa di truffa e di falso. Ma se il capitolo del “penalmente rilevante” è chiuso, resta aperto quello del “politicamente opportuno”.

Come nel caso di Lupi (e del Rolex), il capitolo ha come protagonista il figlio di De Luca. Proprio l’avvocato Piero De Luca, nel 2004 ottiene una consulenza di sei mesi per un piero De Lucaimporto di 7.250 euro. Chi gli dà la consulenza? Le manifatture Cotoniere meridionali di Gianni Lettieri. Poco tempo dopo arriva la seconda consulenza di 7.818 euro, sempre dalle Manifatture cotoniere, come l’Huffington Post è entrato in possesso della posizione Inps del figlio del candidato governatore. Contattato telefonicamente Piero De Luca, che ora lavora all’estero, taglia corto: “Si trattava del 2004, perché mi fate queste domande?”.

Proprio il sindaco di Salerno più volte si è pronunciato in difesa del figlio. Come quando Piero si candidò alle primarie del Pd. Allora il padre scandì, in modo roboante: “Nell’elenco di infamie e atti di barbarie possiamo aggiungere anche questo. Mio figlio fa l’emigrante da sette anni. È all’estero, in Lussemburgo. I miei figli si vanno a cercare il pane fuori da Salerno sol perché io li ho condannati per il mio lavoro da sindaco. Lavorano fuori perché in un paese di cialtroni, farisei e imbecilli qualunque cosa fanno verrebbero sempre additati come i figli di De Luca”. Prima di emigrare, Piero, oltre alla consulenza ha Salerno, ha lavorato a Roma nello studio dell’amministrativista Clarizia, dove si occupava, come scrive nel suo sito internet, “in particolare di problematiche attinenti al diritto della concorrenza e alla regolazione dei mercati”. Guarda caso è proprio lo studio legale che difende il Comune di Salerno nel ricorso al Consiglio di Stato contro il Crescent, l’opera faraonica voluta da De Luca senior.

E fin qui siamo ai legami “gelatinosi” che legano le attività professionali del figlio del candidato governatore alle attività del comune di Salerno, governato da suo padre da diversi lustri. I guai giudiziari del figlio di De Luca riguardano invece un’inchiesta relativa alle vicende della società Ifil C&D, della quale è stato chiesto il fallimento. Nell’ambito di questa inchiesta è indagato per “concorso in bancarotta fraudolenta”. Prima gli impresentabili, ora per De Luca sembra aprirsi un nuovo capitolo.

Alessandro De Angelis
www.huffingtonpost.it/

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