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#SalviamoLeApi per salvare il pianeta, di Giorgio Torazza

apiNel 2014 la produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è dimezzata, il motivo è semplice: le api stanno morendo. Secondo le stime delle organizzazioni degli apicoltori, ogni anno vengono messe nei campi 175mila tonnellate di sostanze chimiche che inquinano e compromettono l’ecosistema in cui le api vivono e si riproducono. In Italia ci sono 40mila apicoltori e 12mila produttori apistici che, compreso l’indotto, generano un fatturato che oscilla tra i 57 e i 62 milioni di euro all’anno. Il valore del servizio di impollinazione reso all’agricoltura è stimato invece in 2,6 miliardi di euro. Quello che rendono all’umanità inestimabile: le api, secondo i dati della FAO, garantiscono l’impollinazione di 71 delle 100 colture che costituiscono il 90% dei prodotti alimentari in tutto il mondo. L’uso indiscriminato di insetticidi e diserbanti è incentivato dalle multinazionali, in UE alcuni sono proibiti, ma se passasse il TTIP, secondo uno studio del Center for International and Environmental Law, ben 82 pesticidi banditi in Europa, ma permessi negli Usa, entrerebbero nel mercato, aggravando ulteriormente una situazione già drammatica. Una follia. Abbiamo intervistato un apicoltore, Giorgio Torazza, che ama le api e racconta con parole semplici chi crea il problema e come risolverlo. Perchè risolverlo è vitale. #SalviamoLeApi per salvare il pianeta!

I pericoli per le api: parassiti e veleni chimici
L’emergenza Api è legata ai parassiti che arrivano da fuori, c’è la varroa che c’è da più di 30 anni, c’è una vespa vellutina che mangeria l’ape, poi sta arrivando un altro parassita dall’Africa (Aethina tumida) ora è in Calabria e arriverà qui. L’emergenza parassiti dà problemi, ma è gestibile.
Quello che invece è difficile da gestire in questo momento sono i veleni chimici che vengono dati come se fosse acqua di rose su tutte le colture. Se viene dato un diserbante che magari non è un insetticida, però è sempre tossico, sapete cosa succede?

Come i diserbanti uccidono le api
Questo diserbante rimane sull’erba, le api al mattino vanno a bere la rugiada, bevendo questo diserbante muoiono, oppure se vengono dati degli insetticidi. Per esempio c’è un vicino qui da me che coltiva il grano e tutti gli anni nei mesi di maggio e giugno quando fioriscono i fiordalisi nel suo campo, lui dà un anticimice (perché dicono che c’è la cimice, lui non l’ha vista però dà l’anticimice). Perché chi gli ritira il grano dice: “Se non gli dai l’anticimice, io non ti ritiro il grano!” I fiordalisi sono amati dalle api e quindi le api vanno sui fiordalisi e muoiono. Poi, anche se ci fosse un po’ di cimice, io sinceramente, come tanti altri preferirei mangiarmi un po’ meno di grano, ma almeno senza veleno.

La propaganda sui veleni
Sui giornali che vengono ricevuti dai contadini ci sono sempre le propagande: “in questo periodo dare il veleno a questo … in questo periodo dare il diserbante a quello“, cioè vengono proprio propagandati e spinti questi prodotti chimici. Ormai non c’è più una coltura che venga fatta in campagna senza che si usino dei prodotti chimici, diserbanti o antiparassitari che sono insetticidi. Gli insetticidi uccidono gli insetti, l’ape è un insetto quindi muore.
Oltre alle api, moriamo anche noi, piano, piano ma ci moriamo anche noi e il pianeta si inquina. Una volta c’erano i pozzi d’acqua a 5 metri sotto terra, prendevi l’acqua del pozzo ed era buona, adesso non la prendi più perché è piena di veleni come i diserbanti, come i concimi chimici. Quindi questi sono interessi economici che vanno a incrementare l’economia delle multinazionali chimiche.

 Informare sulla qualità dei prodotti
Bisognerebbe proprio che ci fosse un’unione tra gli apicoltori, perché se tutti quanti gli apicoltori si imponessero e facessero qualcosa veramente per andare a Roma o alla Coldiretti o alla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) a far valere le proprie ragioni e dire: “Basta ragazzi facciamo un po’ di meno, rispettiamo anche il lavoro dell’apicoltore, non è solo l’apicoltore, è il cibo che abbiamo!” Ognuno pensa agli affari propri, a me va bene, quindi penso agli affari miei.
Bisognerebbe proprio che ci fosse un’unione tra gli apicoltori ed andare a farsi sentire con i forconi come una volta! Perché altrimenti non cambia niente qua, può solo cambiare la gente che a un certo punto comincia a scegliere delle cose piuttosto che altre. Se ci fosse un’informazione più seria, la televisione invece di dare delle informazioni solo col fine di pubblicizzare dei prodotti industriali, pubblicizzasse delle cose vere, dicesse la verità, le cose potrebbero cambiare. 
Bisogna sensibilizzare le persone a scegliere prodotti, piuttosto andare a comprare dai contadini, scegliere i contadini sui mercati, vedere quelli che ispirano più fiducia e comprare da loro, piuttosto che comprare prodotti nei supermercati che ormai sono tutti prodotti industriali. Bisogna scegliere il contadino, avere un po’ di intuito, avere una relazione diretta con chi produce dalla terra.

http://www.beppegrillo.it/

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