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Vent’anni di bugie : promettere è un’arte

politici”CON ME 20 MILA NUOVI OCCUPATI”, L’OSCAR DELLE BOUTADE ELETTORALI RECENTI VA A DE LUCA. L’ANNUNCIO A EFFETTO, PERÒ, HA UNA LUNGA STORIA : DAL MILIONE DI POSTI DI LAVORO AL SUD FLORIDA D’ITALIA.

La madre di tutte le pro­mes­se elet­to­ra­li è da­ta­ta 24 feb­bra­io 1994. È Sil­vio Ber­lu­sco­ni che pro­met­te un mi­lio­ne di posti di la­vo­ro. Siamo alla di­sce­sa in campo, la prima cam­pa­gna elet­to­ra­le della se­con­da re­pub­bli­ca. Ber­lu­sco­ni vince e il sogno della gio­io­sa mac­chi­na da guer­ra messa in piedi dal Pds di Achil­le Oc­chet­to nau­fra­ga. Ad apri­le cor­reg­ge il tiro : per il primo anno sa­ran­no 100 mila i posti di la­vo­ro. Qual­che gior­no dopo, preso dal­l’en­tu­sia­smo, esa­ge­ra : due mi­lio­ni di posti di la­vo­ro in quat­tro anni. Epica anche la pro­mes­sa del ponte sullo stres­so di Mes­si­na. La prima volta nel 1994, per la penna di Vit­to­rio Fel­tri : “ Se Ber­lu­sco­ni vin­ce­rà, rea­liz­ze­rà il ponte sullo Stret­to”. Lo stes­so Ber­lu­sco­ni dal 1994 al 2012 lo an­nun­ce­rà 17 volte. L’ul­ti­ma il 23 giu­gno 2010 : “ Il ponte sullo stret­to di Mes­si­na è un’o­pe­ra epo­ca­le che si farà”. Tra le pro­mes­se, anche quel­la di ri­ti­rar­si dalla po­li­ti­ca, fatta più volte. L’ul­ti­ma a di­cem­bre del 2012 : “ Il 16 pri­ma­rie per il mio suc­ces­so­re”.
Prodi e il Sud come la Flo­ri­da
“ Eleg­ge­te­mi e il Sud del Paese di­ven­te­rà la no­stra Flo­ri­da”. È il 1995, Ro­ma­no Prodi vin­prodice­rà di lì a breve le ele­zio­ni, ma poi di con­cre­to non ri­mar­rà nulla. Nean­che la pro­mes­sa di Wal­ter Vel­tro­ni che, per stare die­tro al pro­fes­so­re, pro­mi­se che il Sud sa­reb­be di­ven­ta­to la Ca­li­for­nia. East e West Coast. Nes­su­na delle due. Il sud è ri­ma­sto il Sud. Non par­lia­mo dei be­ne­fi­ci sul­l’in­gres­so in Eu­ro­pa, tutti di­sat­te­si com­pli­ce la crisi eco­no­mi­ca.
Na­po­li­ta­no bis : mai e poi mai
Il 21 feb­bra­io del 2013 ar­ri­va una nota del Qui­ri­na­le : “ Il pre­si­den­te Na­po­li­ta­no ha da tempo pub­bli­ca­men­te in­di­ca­to le ra­gio­ni isti­tu­zio­na­li e per­so­na­li per cui non ri­tie­ne sia ipo­tiz­za­bi­le una ri­pro­po­si­zio­ne del suo nome per la pre­si­den­za della Re­pub­bli­ca”, pur ap­prez­zan­do e rin­gra­zian­do “ nel loro si­gni­fi­ca­to di espres­sio­ne di fi­du­cia nei suoi con­fron­ti, di­chia­ra­zio­ni di varie per­so­na­li­tà a fa­vo­re di una sua even­tua­le ri­can­di­da­tu­ra. Ma al Par­la­men­to in se­du­ta co­mu­ne con i rap­pre­sen­tan­ti delle Re­gio­ni spet­te­rà eleg­ge­re un nuovo pre­si­den­te della Re­pub­bli­ca e, ri­spet­to a ciò, ogni ipo­te­si ap­pa­re oggi pre­ma­tu­ra. Dal canto suo, il pre­si­den­te Na­po­li­ta­no non può che con­fer­ma­re le po­si­zio­ni già espres­se nel modo più lim­pi­do e netto”. Na­po­li­ta­no verrà rie­let­to il 18 apri­le dello stes­so anno.
On the road : Sa­ler­no-Reg­gio
Tutti si sono spesi per quel­la che sa­reb­be di­ven­ta­ta l’Au­to­stra­da più lunga d’I­ta­lia. Un mi­ni­stro che nes­su­no ri­cor­da, En­ri­co Mi­che­li, go­ver­no D’A­le­ma, disse che sa­reb­be stata com­ple­ta­ta entro il 2011. Nel 2006 anche An­to­nio Di Pie­tro, mi­ni­stro del primo go­ver­no Prodi, in­di­cò la me­de­si­ma data. Stes­sa cosa, ma sotto un altro go­ver­no, fece Pie­tro Lu­nar­di. Per non ri­ma­ne­re ul­ti­mo anche Cor­ra­do Pas­se­ra, oggi il primo dei con­te­sta­to­ri, disse “ tutto pron­to entro il 2012 ”. La Sa­ler­no Reg­gio Ca­la­bria è an­co­ra lì.salernoreggio
Roma ”nun fa la stu­pi­da ”
Nel 2008 per por­ta­re Roma al cen­tro­de­stra dopo Ru­tel­li e Vel­tro­ni, Gian­ni Ale­man­no ce la mise dav­ve­ro tutta. Prima di Sal­vi­ni e con la stes­sa forza che usa Sal­vi­ni oggi, Ale­man­no sette anni fa pro­met­te­va Roma senza Rom : “ Eleg­ge­te­mi farò espel­le­re dalla ca­pi­ta­le 20 mila rom. E co­mun­que con me Roma sarà più si­cu­ra”. Si­cu­ra si fa per dire : Ale­man­no vince le ele­zio­ni, ma oggi si sco­pre che la città era in mano alla mafia. Delle pro­mes­se fatte – anche in tema di buche sulle stra­de – ne ha man­te­nu­te dav­ve­ro poche. Per chi l’a­ves­se di­men­ti­ca­to Ale­man­no è quel­lo che do­ve­va por­ta­re la For­mu­la 1 al­l’Eur, un cir­cui­to un po’ stram­pa­la­to, mai preso in con­si­de­ra­zio­ne.
È la Pa­da­nia in­di­pen­den­te
In prin­ci­pio fu Um­ber­to Bossi, an­co­ra ca­ri­co di ener­gie. L’in­di­pen­den­za della Pa­da­nia è stata un suo ca­val­lo di bat­ta­glia come, per tutta la Lega, al primo posto c’è sem­pre stata la se­ces­sio­ne. Non era ar­go­men­to co­stan­te : an­da­va e ve­ni­va a se­con­da delle cam­pa­gne elet­to­ra­li. Se­con­do la Lega do­ve­va cam­bia­re anche l’in­no di Ma­me­li, ma so­prat­tut­to avreb­be cac­cia­to i ladri dalla po­li­ti­ca. Poi, dopo de­ci­ne di rin­vii a giu­di­zio per con­si­glie­ri co­mu­na­li e re­gio­na­li le­ghi­sti, tre gior­ni fa è ar­ri­va­to anche quel­lo per il trota, suo fi­glio. Roma è la­dro­na, l’in­no è ri­ma­sto quel­lo, di se­ces­sio­ne e fe­de­ra­li­smo fi­sca­le –per for­tu­na –nean­che l’om­bra, la po­li­ti­ca è ri­ma­sta la­dro­na anche gra­zie alla Lega.
Nuovi e vec­chi can­di­da­ti
Mi­che­le Emi­lia­no, ren­zia­no, ma anche ex ma­gi­stra­to ed ex an­ti­ren­zia­no, nel 2009 per es­michele emilianose­re elet­to sin­da­co di Bari la saprò an­co­ra più lunga di Ber­lu­sco­ni : Il 7 giu­gno 2009 pro­mi­se ai ba­re­si 50. 000 posti di la­vo­ro in più. A Bari la di­soc­cu­pa­zio­ne è au­men­ta­ta e Emi­lia­no di­ven­te­rà pre­si­den­te della Re­gio­ne, ma senza pro­met­te­re visto che que­sta volta non ha av­ver­sa­ri. Luca Zaia, can­di­da­to in Ve­ne­to, al primo man­da­to pro­mi­se l’in­di­pen­den­za della re­gio­ne. Poi disse anche che il Ve­ne­to sa­reb­be stato più si­cu­ro : i cri­mi­ni sono in au­men­to. Vo­le­va ta­glia­re anche i costi della po­li­ti­ca. Pro­po­ste ri­pro­po­ste anche in que­sta cam­pa­gna elet­to­ra­le. Dove tutti di­co­no no ai vi­ta­li­zi, ri­du­zio­ne dei costi della po­li­ti­ca (Ales­san­dra Mo­ret­ti, poi ci ha ri­pen­sa­to), Vin­cen­zo De Luca che as­su­me de­ci­ne di mi­glia­ia di per­so­ne in Cam­pa­nia. Ben messa anche Raf­fael­la Paita, can­di­da­ta Pd in Li­gu­ria : “ Di­mez­ze­rò le liste d’at­te­sa nella sa­ni­tà”. Se l’a­iu­ta mago Mer­li­no, può es­se­re.
Che Pol­ve­ri­ni
Re­na­ta Pol­ve­ri­ni di­ven­ta­ta pre­si­den­te della Re­gio­ne Lazio, di pro­mes­se ne fece molte, ma ne man­ten­ne ben poche : quasi mi­ti­ca quel­la di ri­dur­re il nu­me­ro delle Asl in Lazio, da 12 a 6 ; una legge per cul­tu­ra e spet­ta­co­li che non è mai per­ve­nu­ta ; ri­du­zio­ne del­l’Ir­pef e del­l’I­rap. Disse che avreb­be cam­bia­to il Lazio e in parte c’è riu­sci­ta : in peg­gio.

©Daniele Badolato - LaPresse 18/03/2008 Torino Il tour elettorale di Walter Veltroni fa tappa a Torino Nella foto Walter Veltroni ©Daniele Badolato - LaPresse 18/03/2008 Turin Walter Veltroni continues his electoral tour in Turin In the picture Walter Veltroni
©Daniele Badolato – LaPresse
18/03/2008 Torino
Il tour elettorale di Walter Veltroni fa tappa a Torino
Nella foto Walter Veltroni
©Daniele Badolato – LaPresse
18/03/2008 Turin
Walter Veltroni continues his electoral tour in Turin
In the picture Walter Veltroni

Wal­ter e l’A­fri­ca per­du­ta
Il 27 mag­gio del 2003 Wal­ter Vel­tro­ni an­nun­cia che por­te­rà a ter­mi­ne il se­con­do in­ca­ri­co da sin­da­co di Roma per poi an­da­re in Afri­ca, non si ca­pi­sce con quale ruolo. Lo fa ai mi­cro­fo­ni di una tv fran­ce­se. “ A 56 anni par­ti­rò con mia mo­glie per l’A­fri­ca”. Il viag­gio venne ri­man­da­to a data da de­sti­nar­si. Il 14 ot­to­bre del 2007 si can­di­da a se­gre­ta­rio del Pd. E vince. Non parte più. Nel­l’a­pri­le del 2008 gira l’I­ta­lia in pull­man e spera di vin­ce­re le ele­zio­ni : le vince Ber­lu­sco­ni. Qual­che mese più tardi, dopo che Ugo Cap­pel­lac­ci strap­pa il go­ver­no della Sar­de­gna a Re­na­to Soru, si di­met­te. Ma non parte. La­scia il ruolo di par­la­men­ta­re, ma scri­ve libri e ades­so film : uno de­di­ca­to a Ber­lin­guer l’al­tro ai bam­bi­ni. Do­cu­men­ta­ri che emo­zio­na­no solo gli in­vi­ta­ti alle an­te­pri­me, dai pre­si­den­ti della Re­pub­bli­ca (Prima Na­po­li­ta­no, poi Mat­ta­rel­la, sem­pre pre­sen­ti) in giù. Non è an­co­ra par­ti­to.
I tec­ni­ci
Nel 2011 aveva pro­mes­so ma­no­vre fatte di ri­go­re, equi­tà, svi­lup­po. Forse solo il ri­go­re è ri­ma­sto. Il suo go­ver­no è quel­lo che ha au­men­ta­to di più le tasse nella sto­ria d’I­ta­lia, e messo mano alle pen­sio­ni. L’al­lo­ra pre­si­den­te del con­si­glio aveva spie­ga­to che nel 2011 dalla lotta al­l’e­va­sio­ne erano stati re­cu­pe­ra­ti 12 mi­liar­di di euro. Un te­so­ret­to del quale nes­su­no ha più sa­pu­to nien­te. Ap­pe­na in­se­dia­to disse che il suo im­pe­gno era “ ri­vol­to a per­met­te­re che la po­li­ti­ca possa tra­sfor­ma­re que­sto mo­men­to dif­fi­ci­le in una vera op­por­tu­ni­tà con una con­di­vi­sio­ne su un pro­get­to di ri­lan­cio”. Aveva detto di sbloc­ca­re 50 mi­liar­di per la cre­sci­ta, a set­tem­bre del 2012. Mai visti. Il 10 lu­glio 2012 disse anche di “ esclu­de­re una can­di­da­tu­ra alle pros­si­me ele­zio­ni po­li­ti­che”. Non solo si è can­di­da­to, ha fon­da­to anche un par­ti­to, oggi dis­sol­to. Non scher­za­ro­no nem­me­no i suoi mi­ni­stri. Anna Maria Can­cel­lie­ri, poi di­mis­sio­na­ria, il 20 giu­gno 2012 : “Entro due gior­ni al mas­si­mo apri­re­mo un cen­tro di ac­co­glien­za a Lam­pe­du­sa, in grado di ospi­ta­re 300 per­so­ne”. Ot­ti­ma anche le pre­vi­sio­ni di Elsa For­ne­ro : “ Gli eso­da­ti sono 65 mila ”. Cal­co­lo a dir poco sba­glia­to. Il suo con­teg­gio venne smen­ti­to in pochi gior­ni : erano 331 mila. Que­sto fece sal­ta­re la co­per­tu­ra eco­no­mi­ca. In­fi­ne c’è Cor­ra­do Pas­se­ra, ele­men­to cen­tra­le del go­ver­no Monti. Me­mo­ra­bi­le fu al mee­ting di Ri­mi­ni di Cl, nel­l’a­go­sto del 2012 : “ La crisi eco­no­mi­ca è ormai alle spal­le”. Il 10 ot­to­bre dello stes­so anno : nien­te au­men­to del­l’I­va né pa­tri­mo­nia­le.renzi_2
Renzi work in pro­gress Per il pre­si­den­te del Con­si­glio non basta un libro. Ab­bia­mo aper­to con Ber­lu­sco­ni, chiu­dia­mo con Renzi, co­mu­ni­ca­to­ri per vo­ca­zio­ne, spes­so in­cli­ni a fa­ci­li pro­mes­se. Ma l’ex sin­da­co di Fi­ren­ze batte tutti. In prin­ci­pio fu # Let­ta­Stai­Se­re­no. Il 9 di­cem­bre del 2013 dice : “ Non farò ca­de­re il go­ver­no”. Il 10 : “ Non pren­do casa a Roma, gi­re­rò in mo­to­ri­no”. 15 di­cem­bre : “ Tutto il Pd aiu­te­rà En­ri­co Letta nel se­me­stre eu­ro­peo”. 5 gen­na­io 2014 : “ On line tutte le spese del Pd”. 8 gen­na­io : “ Entro 8 mesi un nuovo co­di­ce del la­vo­ro : tu­te­le cre­scen­ti per gli as­sun­ti, as­se­gno unico per i li­cen­zia­ti e nuova legge per la rap­pre­sen­ta­ti­vi­tà sin­da­ca­le”. 14 gen­na­io : “ Il rim­pa­sto di go­ver­no non è al­l’or­di­ne del gior­no, l’i­dea che uno vinca il con­gres­so e chie­da posti di go­ver­no è quan­to di più vec­chio e stan­tio si possa im­ma­gi­na­re”. Certo : non era rim­pa­sto, si è no­mi­na­to lui al go­ver­no. 9 feb­bra­io 2014 : “ Non vo­glio an­da­re al go­ver­no senza pas­sa­re dal voto po­po­la­re. Sono tan­tis­si­mi i no­stri che di­co­no : ma per­ché dob­bia­mo an­da­re? Ma chi ce lo fa fare? ”. 12 marzo : “ Asta per la ven­di­ta delle auto blu. Qui sono oltre 1500. Dal 26 marzo le prime 100 ”. 13 marzo : “ Soldi a mag­gio nella busta paga o sono un buf­fo­ne. Nien­te pa­tri­mo­nia­le e le pen­sio­ni fino a 3 mila euro non si toc­ca­no. Entro il 21 set­tem­bre tutti i de­bi­ti della pub­bli­ca am­mi­ni­stra­zio­ne sa­ran­no sbloc­ca­ti”. Le pro­mes­se di Renzi non man­te­nu­te sono un’in­fi­ni­tà. L’ul­ti­ma quel­la che vo­le­va scri­ve­re la nuova legge elet­to­ra­le “ tutti in­sie­me”. L’han­no scrit­ta lui e il go­ver­no. “ Ab­bia­mo abo­li­to le Pro­vin­ce, avan­ti come un rullo com­pres­so­re ” (3 apri­le), ma le pro­vin­ce non sono state abo­li­te. “ Dal 2015 gli 80 euro anche a pen­sio­na­ti e par­ti­te IVA ” (23 mag­gio). “ 8 mi­liar­di di tasse in meno nella legge di sta­bi­li­tà ” (15 ot­to­bre). Ci fer­mia­mo, il pa­ra­gra­fo è Work in pro­gress, come l’ul­ti­mo tour di Dalla e De Gre­go­ri. Il primo fu Ba­na­na Re­pu­blic, ergo Ber­lu­sco­ni, ora la pro­mes­sa è Work in pro­gress. Ri­cor­da­re le pro­mes­se fatte in quasi set­tan­ta go­ver­ni del­l’e­ra re­pub­bli­ca­na è un eser­ci­zio im­pro­ba­bi­le. Ab­bia­mo pro­va­to a dare una ri­co­stru­zio­ne degli ul­ti­mi 20 anni che, con l’av­ven­to del ber­lu­sco­ni­smo, la po­li­ti­ca si è fatta so­prat­tut­to te­le­vi­sio­ne. Un tempo nes­su­no osava im­ma­gi­na­re un talk po­li­ti­co. Esi­ste­va una tri­bu­na dove si an­da­va con le do­man­de già pre­pa­ra­te che il con­dut­to­re di turno ti­ra­va a sorte. O al­me­no così di­ce­va­no. Poi è ar­ri­va­to lui, Sil­vio Ber­lu­sco­ni. E so­prat­tut­to le sue te­le­vi­sio­ni che hanno cam­bia­to anche il lin­guag­gio. Ci sono stati i con­trat­ti con gli ita­lia­ni fir­ma­ti a Porta a Porta, il sa­lot­to del po­te­re che si in­ven­tò il go­ver­no D’A­le­ma, e tutta un’al­tra serie di spet­ta­co­li che di serio non ave­va­no nien­te. Non che prima non pro­met­tes­se­ro : come spie­ga Furio Co­lom­bo, la bugia della po­li­ti­ca se la sono in­ven­ta­ta ai tempi dei ro­ma­ni, ma con la nuova co­mu­ni­ca­zio­ne è en­tra­ta nelle case. Non è più im­por­tan­te cosa dire, ma ren­der­lo cre­di­bi­le. Quel­lo che Mat­teo Renzi da Ber­lu­sco­ni ha im­pa­ra­to be­nis­si­mo. L’u­ni­co elo­gio bi­par­ti­san che cir­co­la nei cor­ri­doi è che sa co­mu­ni­ca­re be­nis­si­mo. Tra­dot­to si­gni­fi­ca che sa men­ti­re, come e me­glio degli altri. Non im­por­ta cosa espri­me nei di­bat­ti­ti : la sua ca­mi­cia bian­ca e le smor­fie ren­do­no tutto più com­me­sti­bi­le. Poi non sap­pia­mo in quan­ti gli cre­da­no, ma la sua tat­ti­ca (nep­pu­re na­sco­sta) è que­sta.

Emiliano Liuzzi
Il Fatto Quotidiano 04.05.2015

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