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Utili per 40 milioni ad Aqp. Vendola: “Privatizzazione non serve”

aqpL’assemblea dei soci ha approvato il bilancio dell’Acquedotto pugliese. Il governatore: “Proprietà pubblica è credibile“.

L’assemblea dei soci di Acquedotto Pugliese spa ha approvato il bilancio consolidato 2014 del gruppo che presenta un utile netto di 40 milioni di euro, ricavi per 479 milioni e margine operativo lordo (Mol) per 151 milioni.
Gli investimenti realizzati nel 2014 dal gruppo, al lordo dei finanziamenti con fondi pubblici, ammontano a 171 milioni (circa 144,3 milioni nel 2013). Nel 2014 la posizione finanziaria netta è migliorata di 15 milioni attestandosi a 223 milioni. Nei prossimi anni è previsto un incremento dell’indebitamento per effetto degli ulteriori investimenti da realizzare. I costi diretti di gestione sono cresciuti di 8,7 milioni, essenzialmente per maggiori spese di smaltimento e trasporto fanghi, conduzioni reti ed espurgo. Si rilevano invece diminuzioni degli oneri diversi di gestione per circa 6,3 milioni. Il costo del lavoro è aumentato di 3,4 milioni rispetto al 2013, per effetto di oneri incomprimibili e relativi al rinnovo contrattuale e a nuove assunzioni.
Per quanto riguarda il piano industriale 2015-2018, particolare attenzione è riservata al
tema degli investimenti previsti: tra infrastrutturali e manutenzioni straordinarie sono stimati in 642 milioni di euro. Sono previsti, inoltre, investimenti relativi alla costruzione di allacciamenti, tronchi e capitalizzazione del costo del personale per ulteriori 115 milioni e investimenti della controllata Aseco per 10 milioni.

Dal bilancio di sostenibilità emerge che gli investimenti realizzati da Aqp, oltre a consentire il raggiungimento degli obiettivi per i quali sono stati previsti, hanno determinato un beneficio indiretto per la collettività quantificabile per il solo 2014 in oltre 2,1 milioni. Nel triennio ultimo, i benefici sono stati 5,3 milioni.
Secondo Aqp, la maggiore efficienza si ripercuote con miglioramenti delle tariffe da applicare all’utenza negli anni futuri. 
“Acquedotto pugliese era un’azienda talvolta precipitata in un cono d’ombra, inseguita da La-firma-a-Caposeleun’alea negativa. Oggi, anche con la certificazione delle agenzie di rating, è un’azienda pubblica efficiente” e “libera dai rischi di privatizzazione”, ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, alla presentazione del bilancio. “La concessione alla Regione Puglia – ha detto Vendola – fu fatta dal governo affinché, entro il 2018, venisse privatizzata. Questo rischio noi l’abbiamo combattuto nel corso del decennio e abbiamo reso credibile la richiesta che la proprietà permanesse pubblica. Chi verrà dopo di noi dovrà garantire l’entrata in campo dei Comuni, cioè dei cittadini pugliesi come autentici proprietari di questo che oggi è un gioiello aziendale”. “Ora la partita riguarda la messa in sicurezza e la pulizia delle dighe e degli invasi perché lì permangono problemi rilevanti che riguardano lo Stato, non solo Aqp e Regione Puglia, ma il governo nazionale”.
La gestione del prof. Nicola Costantino, amministratore unico di Aqp, e del suo direttore generale, Nicola Didonna, “è stata segnata – ha detto Vendola – da straordinaria capacità di mettere in campo intense attività di cantierizzazione di opere necessarie e che rende questo management esemplare dal punto di vista della sobrietà e della irreprensibilità morale dei comportamenti. Di questo io sono particolarmente orgoglioso e perché questo mi consente di dire: Missione compiuta”.

Redazione
bari.repubblica.it/

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