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La Lega, le armi, i migranti

armiL’Italia è il maggior esportatore mondiale di “armi comuni” (pistole, fucili etc); in particolare, il fatturato di queste esportazioni dal nostro Paese verso il Medio Oriente e Africa settentrionale è raddoppiato negli ultimi dieci anni passando da circa 45 milioni a quasi 98 milioni di euro.

Un anno e mezzo fa la Lega Nord ha votato, in Regione Lombardia, una mozione per un’ulteriore «sburocratizzazione» dell’export di armi. Non è un caso isolato: fin dalla sua nascita, il partito già di Bossi e ora di Salvini è stato il più sensibile – diciamo – al business degli armaioli, del bresciano e non solo.

Mi chiedo se la Lega è consapevole che esportare e far circolare più armi significa foraggiare e bossi salvinifortemente concausare le infinite guerre che, dalla Nigeria al Mali, dalla Libia alla Siria, provocano fughe di massa, quindi ondate migratorie.

Mi chiedo quindi se sono consci che le cause che loro stessi mettono nel mondo poi provocano quegli effetti su cui adesso urlano.

Probabilmente sì, ne sono perfettamente consapevoli, almeno ai vertici: perché sanno che proprio l’arrivo in massa degli immigrati costituisce il principale asset del loro consenso elettorale.

Ah, per paradosso a ridurre con le prassi le migrazioni – anziché incrementarle – è invece chi in questi giorni propone un corridoio umanitario sul Mediterraneo, cioè la Comunità di Sant’Egidio: che da anni contribuisce fattivamente alla risoluzione di conflitti tra bande in Africa, mentre la Lega protegge chi quelle bande continua ad armare.

Com’è controintuitiva, a volte la realtà: ma, soprattutto, come è difficile che un leghista la capisca.

Alessandro Gilioli
gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/

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