IL COMICO NEL NORD EST A CACCIA DEI VOTI CHE FURONO LEGHISTI
Beppe Grillo si prende anche il nord est, il cuore storico da anni ormai avamposto leghista. In un solo giorno riempie le piazze di Vicenza, isola di sinistra nel mare veneto, e la conservatrice Verona. E non gli basta più neppure il Parlamento, al rintocco delle campane alza lo sguardo al cielo e urla: “Arriveremo anche lì!”. Succede nel pomeriggio in una piazza dei Signori gremita tanto da intasare l’intero centro storico vicentino. Ma la giornata di Grillo ieri è cominciata incontrando i vertici di ConfApri, una sigla che mette insieme 50mila piccole imprese e artigiani di tutta Italia e che ha proprio a Treviso il suo quartier generale. Alla testa dell’associazione c’è Massimo Colomban, l’uomo che fondò il colosso Permasteelisa, e che ora si dedica allo start up di giovani ricchi di idee ma poveri di fondi. Lui li aiuta a trasformare i sogni in realtà. Colomban è uno che di cose pratiche se ne intende. Uno che poteva rimanere scettico di fronte a un movimento che qualcuno chiama ancora “di protesta”, ma che al cospetto di piccoli imprenditori e artigiani ha dato prova di voler fare sul serio. “ABBIAMO chiesto di parlare con lui perchè la nostra associazione ha fissato in dodici punti la strada per la rinascita e quei dodici punti combaciano con quelli di Grillo – spiega Colomban – sia lui che Casaleggio si sono seduti al nostro tavolo e le assicuro che non abbiamo parlato di proteste e ideologie, ma di eliminazione dell’Irap, defiscalizzazione del lavoro, dell’inutitiltà di mantenere le indennità a sostegno dei disoccupati in favore di una loro riassuzione con costo minimo da parte delle imprese”. E così anche gli artigiani, quella categoria troppo spesso bollata come fucina di evasori fiscali, è “caduta ai piedi” dell’onda anomala dei Cinque stelle. Forse i piccoli imprenditori non erano nelle piazze, forse la loro piattaforma di discussione è quella più diretta degli incontri faccia a faccia. Certo è che quella fascia di ceto-medio che fino a ieri era locomotiva d’Italia, e che ora si rialza ogni giorno in affanno per l’assenza di benzina nei serbatoi, aveva bisogno di un interlocutore. E in Veneto l’ha trovato in Grillo. Traditi dai “cerchi magici” del Carroccio, e dall’abbraccio mortale della Lega con il Pdl, gli ex azzurro-verdi veneti non hanno più trovato sponda politica. “Per forza – dice Grillo – qual è lo Stato che parla con queste persone? Zaia dice che il modello Veneto è finito? La verità è che è finito il suo modello, il modello veneto deve ancora inziare, ve lo dico io”. Tanto calmo e pacato nelle interviste con i giornalisti, tanto arrabbiato e aizzatore di folle quando è sul palco. Con i suoi “mandiamoli a casa” urlati dando voce alla rabbia repressa di migliaia di persone. E proprio sul palco il comico genovese gioca anche di strategia: a proposito dell’incontro con gli artigiani di qualche ora prima evoca addirittura Kennedy: “Adesso vengono tutti a bussare da noi – ha detto – ci troviamo davanti tutte le lobby del mondo e ci chiedono che cosa faremo per loro quando saremo in parlamento, ma noi gli diciamo che sono loro che devono fare qualcosa: noi non andiamo mica a fare qualcosa per qualcuno”. Guai far credere alla gente che si lavora al fianco delle lobby, bisogna prendersi tutti: consenso e voti. E così quando alle 17 Grillo sale sul palco viene accolto da un’ovazione che arriva oltre le mura. C’È CHI si è piazzato davanti alle transenne dalle ore per vederlo da vicino. E da sotto la colonna che porta in cima il Leone di San Marco il comico tocca tutti i punti del suo programma, e lancia frecciate ai suoi avversari: “Non credete a Berlusconi che vi toglie l’Imu, lui è quello che l’Imu ve la ridà indietro assieme a una batteria di pentole”. E poi il Pd, uscito malconcio dall’affaire Mps. Un tasto dolente qui, quello di Mps, che ha visto Antonveneta entrare nel vortice che svela ora il retroscena politico che si è giocato sulle spalle, e sui risparmi, delle famiglie venete. Non mancano le battute quando dalla Basilica rintocca il suono delle campane: “Vedete, anche in cielo ci vogliono, arriveremo anche lì”, urla lui. Sotto al palco gente comune, come la ex professoressa Bianca Carli, 66 anni che ha sempre votato a destra, liberale, “ma Monti mi ha deluso, stavolta scelgo Grillo”. C’è Michele Montiero, artigiano ex leghi-sta “deluso da tutti”, e c’è Mariorosa Barossin, 67 anni casalinga: “Ho votato Berlusconi, è stato un errore”. E mentre sale il gelo che in questi giorni sta attanagliando il nord est in piazza si fa l’ora dello spritz.
Roberta Polese
Il Fatto Quotidiano 10 febbraio 2013