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Il lavoro tra Propaganda e realtà: l’Istat riporta Renzi sulla terra

renzi_lavoroI dati Istat per il febbraio 2015 raffreddano ancora una volta l’entusiasmo del Governo Renzi.

Se il premier pochi giorni fa rivendicava la svolta citando i nuovi contratti a tempo indeterminato (+79 mila a gennaio-febbraio 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014) ci pensa l’Istituto di statistica a inserire il dato nel suo contesto. Citiamo letteralmente:

Sono dati di diversa natura e non necessariamente significano nuovi occupati. Possono anche essere transizioni dal tempo determinato e altri tipi di contratti.

Tradotto: le imprese si prendono gli incentivi sui contratti a tempo indeterminato predisposti in legge di stabilità (fino a 24.000 euro in 3 anni) fingendo di stabilizzare 79 mila lavoratori già occupati in previsione dei decreti attuativi del Jobs Act, che consentiranno ai datori di lavoro di licenziare senza fatica anche gli indeterminati fino al terzo anno di contratto.

A conferma della farsa del Governo ci sono i dati sui giovani, in costante peggioramento nonostante la faccia tosta di Renzi, che su Facebook afferma addirittura:

…i ragazzi che finalmente firmano un contratto a tempo indeterminato possono accendere un mutuo, avere certezze personali, mettere in cantiere una famiglia.

Peccato che si tratti del solito delirio, dato che non solo la disoccupazione giovanile sale dal 42% di dicembre al 42,6% di febbraio, ma i dati sul credito alle famiglie dimostrano la fragilità dei nuovi contratti a tempo indeterminato. Anche a gennaio 2015 infatti il credito bancario si è contratto dell’1,8%. Su base mensile, in particolare, il credito alle famiglie è negativo (-0,5%) così come lo è su base annua (sempre -0,5%). Semplicemente il contratto a tutele crescenti non garantisce alcuna credibilità davanti allo sportello bancario, come dimostrano ormai diverse testimonianze di vita concreta:

L’immagine più sintetica del fallimento di Renzi, però, si lega ancora al tasso di disoccupazione generale. Il dato passa dal 12,6% di gennaio al 12,7% di febbraio, lo stesso livello di dicembre, in aumento dello 0,2% rispetto ad un anno fa. 1 anno di rumore, annunci e fuochi d’artificio per un -0,2%. Almeno Monti e Letta mantenevano una certa dignità davanti alle telecamere e riconoscevano di essere dei fedeli esecutori dell’austerità europea.

Va sempre ricordato, infine, che l’Istat esprime una tasso di disoccupazione nel quale non risultano gli inattivi, persone in età lavorativa ma non più in cerca di occupazione. Se aggiunti al conto dei senza lavoro il dato complessivo diventa insostenibile: 6,6 milioni di disoccupati reali e un tasso di disoccupazione intorno al 23%. La Grecia è vicina, ma Renzi suona il violino mentre la nave affonda.

Scritto da M5S Senato News

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