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Scuola-Addio 150 mila assunti La promessa si dimezza

scuolaLA COPERTURA DI UN MILIARDO VIENE RIDOTTA A 680 MILIONI. LO STRUMENTO DELLA DELEGA RIMANDA ANCHE LA POSSIBILITÀ CHE SI FACCIA PER IL 2015.

Più che la ministra Giannini, a essere traditi da Matteo Renzi sono i precari della scuola che avevano creduto ai suoi annunci. Le slide su “la buona scuola” sono ancora lì, sul sito dedicato. Nel 2015 si sarebbe dovuto procedere a 148.100 assunzioni quasi tutte tratte dalle Graduatorie a esaurimento, le liste infernali dei precari storici. Renzi aveva indicato chiaramente anche i fondi stanziati: un miliardo. E poi, era chiaro a tutti che, visti i tempi per procedere alle assunzioni, sarebbe stato necessario un decreto.
Tra definizione dei fabbisogni, calcoli delle figure docenti, coordinamento tra scuole, provveditorati e ministero, possono passare dei mesi. L’anno scorso, l’atto di indirizzo del Miur per il fabbisogno della scuola fu redatto a gennaio.
Come sia possibile che un disegno di legge che, bene che vada, sarà approvato a maggio, possa essere efficace per il mese di agosto, quando serviranno i decreti di assunzione, è un mistero.
LA BOZZA ENTRATA ieri in Consiglio dei ministri, e illustrata in conferenza stampa da Stefania Giannini, non mantiene le promesse, gianninidunque, soprattutto sul piano finanziario. Nel testo su “la buona scuola”, infatti, si stanziava un miliardo per le nuove assunzioni mentre nella bozza si parla solo di 680 milioni e invece dei tre miliardi per gli anni successivi si stanziano circa 2,4 miliardi. Ci sono molti posti in meno rispetto ai 148 mila annunciati.
La frase chiave del testo è quella relativa all’organico (riferito all’autonomia degli istituti comprensivi) “in misura corrispondente al fabbisogno stabilito dagli ordinamenti vigenti tenuto conto della valorizzazione e del potenziamento dell’offerta formativa”. Tale offerta si riferisce a linee guida che riguardano l’insegnamento della musica, dell’inglese dell’educazione fisica, ma anche dell’intreccio tra arte, ambiente, enogastronomia e i territori. Una scuola, nelle intenzioni, più legata al “made in Italy” e alla sua valorizzazione, più intrecciata con le aziende (si prevedono sportelli per l’occupabilità direttamente
negli istituti).
La crescita della docenza servirà a potenziare questa offerta che però, per come è immaginata, non sarà molto rilevante anche perché avverrà nel rispetto dell’ordinamento vigente e quindi dei tagli già fatti finora. Lo stanziamento dei 680 milioni per il 2015, riduce di molto le previsioni di assunzione. La ministra Giannini non ha voluto dare numeri rinviando al testo
che sarà licenziato il 10 marzo. Ma facendo un semplice conto matematico non si tratterà di più di 100 mila assunzioni.
MOLTO DELUSI quindi, gli iscritti alle Gae, i circa 150 mila precari sbandierati finora, un terzo dei quali potrebbero rimanere senza speranza e con la prospettiva, scritta nel testo di legge, della soppressione delle stesse Gae. Vengono tutelati, invece, i vincitori del concorso del 2012 rimasti finora senza cattedra e che saranno immessi in ruolo. Dall’approvazione di questa legge, poi, il concorso sarà la norma per essere assunti, si svolgerà ogni tre anni e sarà su base regionale. Allo scadere dei tre anni, le graduatorie saranno cancellate e si ricomincia da capo. Uno spazio è concesso anche alle Graduatorie di Istituto che copriranno posti eventualmente rimasti liberi. Tutti i nuovi assunti dovranno fare apposita domanda tramite il sistema informativo gestito dal ministero dell’Istruzione.
Il testo che è stato oggetto del dibattito di ieri prevede anche lo Statuto dello studente ma soprattutto integra il piano di riforma degli scatti stipendiali ai docenti. Che saranno, per il 70%, legati al “merito”, come ha detto Giannini, cioè conseguenti ai Nuclei di valutazione istituiti nelle scuole anche se la definizione di questa partita è demandata al nuovo contratto nazionale. Confermate le detrazioni per le scuole paritarie (4.000 euro a studente) viene inserita la possibilità di destinare il 5xmille agli istituti e lo school bonus, un credito di imposta del 65% per elargizioni liberali.

Salvatore Cannavò
Il Fatto Quotidiano 04.03.2015

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