IL PREMIER SEMBRA ESSERSI OPPOSTO CON DECISIONE ALL’OFFERTA DI BERLUSCONI MA LE SUE DICHIARAZIONI IN REALTÀ SONO PIENE DI APERTURE E AMBIGUITÀ.
Matteo Renzi è uomo di umore e opinioni mutevoli. Due anni fa bollò così la nuova ferrovia Torino-Lione: “Non credo a quei movimenti di protesta che considerano dannose iniziative come la Torino-Lione. Per me è quasi peggio: non sono dannose, sono inutili. Sono soldi impiegati male”. Tre giorni fa a Parigi ha firmato con il presidente francese Francois Hollande l’accordo che dà il via all’opera, definendolo “un passaggio importante” ed esprimendo “soddisfazione”. Per evitare che anche sul caso Mediaset-Rai Way le parole le porti via il vento ed essere sicuri della fermezza delle opinioni espresse dal presidente del Consiglio in queste ore, gli rivolgiamo alcune domande.
1) IERI LEI HA ARRINGATO i giornalisti con un tono sprezzantemente pedagogico: “Credo che dovrete abituarvi a considerare le operazioni di mercato per quelle che sono, non operazioni politiche ma di mercato. Per questo, perché il mercato sia rispettato occorre libertà e il rispetto delle regole. Il governo ha messo delle regole su Rai Way che non intende modificare. Sono regole giuste, quelle sul 51per cento, la discussione è finita qui”. Stiamo parlando di un’operazione in cui un soggetto privato tenta di comprare un’azienda da un venditore pubblico, la Rai, guidata da un consiglio d’amministrazione in cui siedono ex dipendenti o ex consulenti del gruppo compratore, per di più designati dal suo proprietario in veste di leader politico. Alla luce di ciò, conferma che si tratti di una mera operazione di mercato? Sì o no?
2) PROPRIO per la particolare composizione del Cda Rai, e per il fatto che a voler comprare le sue antenne sia il principale concorrente della Rai, non crede che l’operazione, di mercato o meno che sia, sia pesantemente condizionata dal conflitto d’interessi di Silvio Berlusconi?
3) MEDIASET ha lanciato un’offerta sul 100 per cento delle azioni Rai Way, pur sapendo che le norme, da lei stesso ricordate, vietano alla Rai di cedere oltre il 49 per cento. Una strana operazione: un’offerta di acquisto che il venditore, stando a quanto lei dice, deve respingere per legge. Può confermare che la norma da lei fissata nell’ormai celebre Dpcm (decreto della presidenza del Consiglio dei ministri) è invalicabile? E se per caso la norma si rivelasse giuridicamente debole o aggirabile, il governo interverrà per consolidarne le basi? Sì o no?
4) DUE GIORNI FA nella prima nota di commento di palazzo Chigi si leggeva: “L’offerta pubblica per Rai Way conferma l’apprezzamento da parte del mercato della scelta compiuta a suo tempo dal governo di valorizzare la società delle torri Rai facendola uscire dall’immobilismo nel quale era confinata. La quotazione in Borsa si è rivelata un successo”. Dunque l’offerta di Mediaset dovrebbe renderla felice. Presidente Renzi, visto che vuole combattere l’immobilismo, possiamo stare tranquilli che nelle prossime settimane non cambierà idea anche sul 51 per cento di Rai Way come sul Tav? Sì o no?
5) LEI HA RICORDATO la regola del 51 per cento ma non ha detto niente sui progetti di Mediaset. I cittadini hanno il diritto di sapere che cosa pensa il premier dell’ipotesi che tutte le torri di trasmissione tv siano nelle mani di un solo editore televisivo in competizione con altri che usano le stesse antenne. A lei questa idea piace? Le sembra positiva per il progresso del Paese? Sì o no?
6) IL MERCATO DELLE TORRI di trasmissione tv non è regolato come quello della trasmissione di elettricità, della rete ferroviaria o delle telecomunicazioni. L’Antitrust dovrebbe vietare il monopolio risultante dalla fusione di EI Towers e Rai Way, anche se sottratto al controllo esclusivo di Mediaset e affidato a un condominio dei due giganti televisivi. Lei si opporrà al monopolio delle torri di trasmissione tv? C’è una forma di monopolio che è disposto ad ammettere, sotto determinate condizioni? Sì o no?
7) NELL’IPOTESI che Mediaset si rassegni al rispetto del limite del 51 per cento in mano pubblica e si accontenti di entrare in Rai Way fermandosi al 49 per cento delle azioni, lei sarebbe favorevole?
8) AL DI LÀ della contrapposizione tra operazione di mercato e operazione politica, evocata da lei e da organi e soggetti vicini a Mediaset, guardiamo le cose per quel che sono: un’azienda, Mediaset, fa un’offerta per comprare Rai Way, e un’altra azienda, la Rai, deve rispondere sì o no. Qui il governo è chiamato in causa non solo come arbitro che fa le regole, ma anche come azionista della Rai che deve prendere una decisione. Domanda: chi deciderà in ultima istanza, il cda Rai in scadenza o l’azionista, cioè il governo?
di Giorgio Meletti
Il Fatto Quotidiano 27.02.2015