Torna la misteriosa manina che cambia i decreti col favore delle tenebre. Stavolta è quella di Renzi e Sacconi?
Nel decreto legislativo del contratto a tutele crescenti è stata da poco inserita la norma sui licenziamenti collettivi, anche se nel Jobs Act si è sempre e solo parlato di licenziamenti individuali.
Si tratta quindi, per i nuovi assunti, di una sorta di furto con destrezza di un altro fondamentale diritto dei lavoratori.
Cosa accade con questa norma? Finora, il reintegro sul posto di lavoro spettava sia a chi veniva sbrigativamente licenziato in forma orale, che a chi era licenziato in forma scritta ma senza trattativa coi sindacati. Tale trattativa serve infatti a tutelare certe categorie, chi ha figli, chi anzianità eccetera, e ad evitare che le persone vengano licenziate a capriccio o in massa e a caso.
Da ora in poi, grazie alla manina, qualsiasi tipo di licenziamento andrà bene purché in forma scritta. Mamme con figli, dipendenti anziani, professionalità produttive, tutti a casa con un indennizzo e tanti saluti. Niente reintegro.
Dunque, secondo il M5S l’articolo 10 del decreto delegato va abrogato immediatamente. Tra l’altro la norma pone problemi di compatibilità anche con una direttiva Ue del 1998.
Siamo al solito inganno alla Renzi. Facilitare i licenziamenti di massa, nascondendosi dietro un “Jobs Act” che promette miracoli. Miracoli sì: ma solo ai suoi amici potenti.
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