C’è un male che affligge, più di ogni altro, la scuola italiana: è il silenzio e l’indifferenza delle istituzioni che non sono in grado di dare risposte concrete nemmeno alle esigenze primarie, prima tra tutte quella sulla sicurezza. Oggi gli istituti scolastici versano in uno stato di vera emergenza nazionale, eppure la risposta del governo è tagli, tagli, tagli.
Per questo il M5S al Senato ha presentato una mozione, a prima firma della senatrice Manuela Serra, per chiedere al governo un impegno forte sulle scuole partendo dal potenziamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, oggi incompleta e deficitaria, così da avere uno strumento in grado di fotografare l’immagine realistica della situazione dell’edilizia nelle scuole italiane.
Con il governo Renzi, le scuole belle, pulite e sicure sono rimaste solo uno slogan, impossibile da attuare a causa dei tagli alle risorse e un Patto di stabilità che ha impedito anche ai Comuni virtuosi di spendere. Su 41.000 edifici monitorati, più della metà possiedono impianti idraulici, termici ed elettrici malfunzionanti o fatiscenti, circa 10.000 hanno intonaci pericolanti e 3.600 necessitano di interventi sulle strutture portanti. Il rispetto delle normative antisismiche non sussiste nella metà degli edifici scolastici italiani, mentre sono circa 2.000 le scuole in cui vi è presenza di amianto.
Quello che serve è un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonchè un piano di costruzione e completamento degli edifici scolastici, al fine di adeguare le strutture in materia di agibilità, sicurezza, igiene ed efficientamento energetico, e garantendo l’adeguamento alle vigenti classificazioni sismiche.
Occorre, infine, istituire un osservatorio nazionale che sia realmente idoneo a promuovere, indirizzare e coordinare le attività di studio, di ricerca, di monitoraggio e di normazione tecnica espletate dalle Regioni e dagli enti locali territoriali in ordine alle strutture scolastiche. E’ fondamentale che tutto ciò avvenga con il coinvolgimento non solo degli enti locali territoriali ma anche dei singoli istituti scolastici, di tutti i segmenti interessati e delle principali associazioni e organizzazioni studentesche.
Non lasciamo che le scuole italiane muoiano nell’indifferenza.
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