Stop al sindaco condannato: “Rimango da emerito” il Pd che attaccò De Magistris non invoca più la Severino ma non lo vuole alle primarie. E gli lascia Salerno.
La conferma che Vincenzo De Luca è l’uomo dei record – 75% al primo turno nel 2011, ben 11.000 firme per la candidatura alle primarie del Pd in Campania – arriva poco prima di pranzo, con il decreto prefettizio di sospensione dalla carica di sindaco di Salerno. Sono trascorsi appena due giorni dalla condanna per abuso d’ufficio alla notifica del provvedimento. Un record anche questo. Straccia i sette giorni impiegati per sospendere Luigi de Magistris a Napoli, poi reintegrato da un’ordinanza del Tar confermata dal Consiglio di Stato. De Luca e De Magistris sono le due vittime più illustri della Severino. Una legge che per il Pd è da applicare e rispettare quando riguarda un sindaco avversario, ma diventa – Piero Fassino dixit, a nome dell’Anci – una norma che “penalizza gli amministratori perbene” e va rivista, se colpisce un democrat. Per fortuna c’è chi conserva i lanci di agenzia. La condanna di De Magistris risale al 24 settembre e il giorno dopo il segretario del Pd campano Assunta Tartaglione già parla “di applicazione possibile della Severino” per un primo cittadino “che ha messo in ginocchio la città” e lo invita “a pensare alle possibili dimissioni”. Il 26 settembre, il responsabile Giustizia Pd, David Ermini, a proposito della Severino, è lapidario: “La legge è uguale per tutti. In Italia le sentenze si rispettano e le leggi si applicano. Funziona così”. Il senatore pd, Rosaria Capacchione, rincara: “La legge c’è e va applicata. Berlusconi si è dovuto dimettere e, invece, De Magistris vuole fare le barricate… Se una condanna è ingiusta, la si impugna. Ma, nel frattempo, il sindaco dovrebbe farsi da parte”.
IL 27 SETTEMBRE Antonio Bassolino, recentemente riappacificato con De Luca dopo decenni di lotte intestine, va oltre: “De Magistris ormai è finito, è il momento di ridare la parola ai cittadini”. In quelle ore il presidente del Senato Grasso risponde così a una domanda: “De Magistris può scegliere se dare le dimissioni o aspettare l’applicazione di questa legge”. Interviene anche il segretario generale campano Cgil, Franco Tavella: “De Magistris risparmi alla città una lunga agonia e restituisca con le sue dimissioni la parola agli elettori”. Si tratta dello stesso Franco Tavella che l’altroieri era a Salerno alla prima iniziativa politica di De Luca dopo la condanna. Il 1° ottobre, a decreto di sospensione ormai pronto, il segretario napoletano del Pd Venanzio Carpentieri prevede per Napoli “una prospettiva di profonda incertezza e di grave instabilità politica, per le quali manifestiamo profonda preoccupazione” e aggiunge: “Riteniamo indispensabile scongiurare una simile eventualità e consentire alla città di tornare al voto”. Il culmine, o il colmo, arriva il 4 ottobre, quando il senatore Pd Angelica Saggese invoca in un’interrogazione ad Alfano “il divieto di dimora a Napoli per De Magistris” per mettere fine “a uno spettacolo indecoroso di un ex primo cittadino che ha dimostrato un assoluto disprezzo per chi lo ha condannato e sospeso”.
ORA IL PD tace, anche se De Luca è stato condannato per fatti commessi nell’esercizio delle funzioni, a differenza di De Magistris. Nessuno invita il sindaco di Salerno a dimettersi, i Dem glissano sui suoi attacchi “a quella parte della magistratura che non sa cosa sia il diritto, e solo uno squinternato poteva pensare di trovare contro di me il peculato” (mentre fonti dalla Procura fanno filtrare l’ipotesi di un ricorso contro l’assoluzione per questo reato). Dietro le quinte, tra Roma, Napoli e Salerno, si anima una trattativa impossibile da portare alla luce del sole: De Luca si ritiri dalle primarie in Campania e in cambio il Pd gli lascerà campo libero a Salerno fino alla fine del mandato (dando per scontato che il Tar applichi anche a lui il precedente di De Magistris). Ma le primarie ci saranno? “Assolutamente sì” risponde De Luca pochi minuti dopo la sospensione. E ora? “Mi sento persino inorgoglito della mia nuova veste di sindaco emerito. Affiancherò come volontario il sindaco facente funzione per supportarlo nella sua attività”. Si tratta del suo capo staff, Enzo Napoli. Nominato poche ore prima della condanna.
Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano 24.01.2015