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Elettrodotto, sì del Riesame al dissequestro

Sigilli elettrodottoDue mesi fa i sigilli dalla Procura di Avellino, per abusi e violazioni ambientali.
Il Tribunale del Riesame ha disposto il dissequestro dell’elettrodotto Sant’Angelo dei Lombardi-Castelnuovo di Conza, meglio conosciuto come elettrodotto <<Goleto>>. La decisione del magistrato è arrivata nella serata di ieri, a due mesi dall’intervento dei pm del capoluogo irpino. Un’opera su cui si discute da anni. I sigilli al maxi-impianto, diciotto chilometri di cavi e tralicci (una sessantina) erano stati posti nella mattinata del 4 novembre scorso.
Un sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Avellino ed effettuato dal Corpo Forestale dello Stato, che aveva come basi presunte violazioni in materia ambientale e paesaggistica. Violazioni in alcuni tratti, secondo chi conduce le indagini. Ma i sigilli erano stati posti su tutto il percorso.
Diversi gli indagati tra tecnici comunali, società <<Terna>> e altre imprese minori che hanno costruito materialmente l’impianto. Il provvedimento era stato accolto con soddisfazione da varie amministrazioni comunali e dai comitati. Ma non erano mandate critiche. Il sindaco di Conza, Vito Cappiello, aveva chiaramente parlato di <<freno allo sviluppo grazie alla politica dei no>>. Cappiello si era quindi schierato elettrodotto-e-abbaziacon una delle aziende che utilizzerebbero l’opera, la <<Ferrero>>. In seguito il Gip aveva confermato il sequestro, era il 14 novembre scorso. Ma adesso, in attesa di leggere le motivazioni del Riesame, il tutto viene rimesso seriamente in discussione. L’opera è in parte al servizio della <<Ferrero>>, nell’area industriale Porrara di Sant’Angelo dei Lombardi. Attraversa la valle dell’Ofanto fino a Castelnuovo di Conza, passando per Lioni, Teora, Conza. I magistrati avellinesi si erano concentrati soprattutto sull’oasi naturalistica dell’ultimo comune, riscontrando presunte anomalie. Parti dell’elettrodotto sarebbero state eseguite senza autorizzazioni o con autorizzazioni difformi dal codice del paesaggio.
Ipotizzato anche il falso in atto pubblico. Si trattava di un sequestro preventivo d’urgenza, emanato per evitare l’eventuale compromissione dell’integrità ambientale. E adesso che succede? Facile immaginare una battaglia giudiziaria. L’elettrodotto è infatti completo al 99 per cento ed è costato milioni di euro. Oggi se ne saprà di più, tenendo conto che un altro sequestro è ancora in corso nel tratto salernitano del percorso.

Giulio D’Andrea
Il Mattino di Avellino versione cartacea 06.01.2015

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