L’altro Gelli, il boy scout ex socialista che vuole digitalizzare la sanità
In ballo c’è un boccone goloso, l’attuazione della sanità digitale. E schierato in prima linea c’è Federico Gelli, tra i devoti al premier. Pisano di 52 anni, deputato Pd, renziano della prima ora (fu capogruppo del partito nel Comune di Firenze sotto Renzi), ex boy scout. A Montecitorio siede nella commissione Affari sociali e dalla sua poltrona gli piace fare lobby. Da febbraio a maggio 2012 ha diretto la Scuola di legalità per i dirigenti e amministratori del partito, inclusi quelli che oggi sono indagati nell’inchiesta sugli appalti del Mose a Venezia. È stato finanziatore della fondazione Open, che ha foraggiato l’ascesa di Matteo alle primarie e alle amministrative di Firenze. Chiese le dimissioni di Fedez da X Factor dopo l’inno che scrisse per il M5S. Tra le altre cose è pure presidente di Nova, associazione no profit che promuove l’innovazione tecnologica, anche nella sanità. Quindi, la coincidenza: l’ultimo patto della Salute siglato lo scorso luglio dalla Conferenza Stato-Regioni prevede un piano strategico per la sanità digitale. E qui entra in gioco Nova, che confeziona un progetto ad hoc battezzato “Ecosistema digitale”. Tra gli obiettivi: il fascicolo sanitario elettronico, la teleassistenza, il telemonitoraggio da casa, la telemedicina. Gli stessi che si prefigge il ministero della Salute, come raccontato settimane fa da La Notizia. Gelli, come presidente di Nova, invita le imprese del settore a occuparsi del piano. Per adesso sono otto. C’è il gruppo Dedalus spa, creato nel 1990 dal fiorentino Giorgio Moretti , amico e sostenitore dell’inquilino di Palazzo Chigi, che nel 2006 vince un appalto da 4 milioni di euro per il progetto di informatizzazione dei dati sanitari della Regione Abruzzo. In corso d’opera la spesa sale a 7 milioni.
NEL 2011 IL SISTEMA viene collaudato ma poi non entra più in funzione. Poi c’è Engineering, colosso Usa dell’informatica, che vorrebbe mettere le mani sopra Ancitel, spa attiva nei servizi informatici per la Pubblica amministrazione di proprietà dell’Anci. Gli altri sono Poste, Telecom, Tbs Group, Noema Life, Exprivia, Reply. Nova, gli imprenditori e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si sono già incontrati a porte chiuse. Parola alla Lorenzin: “Il progetto di ecosistema digitale che mi ha proposto l’associazione Nova, grazie all’impegno di otto imprese è un primo passo importante in questa direzione (la sanità digitale, ndr) e i nostri uffici stanno lavorando per implementare questo progetto”. Il ministro lo ha dichiarato il 25 settembre nel suo ufficio, intervistata proprio da Gelli. Erano seduti uno di fianco all’altro, di fronte alle telecamere, lui in veste di “giornalista” temporaneo. Il video è online, sul canale YouTube dell’onorevole. Oggi un’interrogazione parlamentare del M5S chiede trasparenza sulla vicenda.
Il consiglio direttivo di Nova annovera manager di importanti aziende hi-tech, come Stefano Cinquini, sales manager nel settore pubblico di Telecom in Toscana, Marche e Umbria, Stefano Orselli, district manager presso Philips Healthcare, Umberto Bessi di Axiom e Patrizio Donnini di Dot Media, che ha curato molte campagne di comunicazione del Comune di Firenze e di Renzi grazie al quale il fatturato dell’azienda in solo un anno, dal 2008 al 2009, lievitò da 9 mila a 137 mila euro. Dot Media ha legami societari con la Eventi 6, società della famiglia Renzi, di cui Matteo è stato fondatore e socio fino al 2004. Intanto il primo dicembre Gelli, per conto di Nova, ha annunciato il lancio dell’ecosistema digitale per l’area metropolitana fiorentina (M.a.d.e.) entro aprile 2015. Il Fatto lo ha interpellato, ricevendo questa risposta: “Nova è un incubatore di idee, fa cultura, non promuove aziende”.
di Chiara Daina
Il Fatto Quotidiano 18.12.2014