Nell’ultimo giorno di discussione della legge di Stabilità alla Camera, in commissione Bilancio è stato approvato un emendamento a prima firma Gian Luigi Gigli (Per l’Italia), con il quale vengono sottratti 200 milioni alle regioni per darli alle scuole paritarie.
Questi 200 milioni si aggiungano ai 272 già stanziati nella legge di Bilancio per il 2015: per la prima volta il fondo per le scuole paritarie arriverà a ben 472 milioni di euro, direttamente erogati dal Ministero dell’Istruzione. Un belregalino, non c’è che dire, così grande che nessun governo precedente, neanche quello di Berlusconi, era arrivato a tanto.
Così, mentre il governo Renzi e la maggioranza approvavano gli ennesimi tagli all’istruzione pubblica (1,4 miliardi a scuola, università e ricerca), con un colpo di coda regalavano ulteriori 200 milioni alle scuole private, in barba a quanto previsto dall’articolo 33 della nostra Costituzione, in base alla quale: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato“.
Da anni questo dettato costituzionale viene disatteso e aggirato.
Il risultato è che, mentre abbiamo la classe di insegnanti meno pagati d’Europa e alla scuola pubblica viene chiesto di arrangiarsi, di far fronte ai tagli, di tenere botta rispetto agli attacchi continui di questi politici, il privato viene coccolato.
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