Gli annunci di Renzi sono come bolle di sapone, ormai non incantano più nessuno e svaniscono dopo un attimo: il suo programma di Governo è tutto all’insegna delle mille balle blu, a cominciare dalla riduzione dei costi della politica. In realtà Renzi taglia solo la democrazia, accentrando il potere nella mani della casta e creando nuovi e fantasiosi nomi per i centri di riciclaggio dei trombati. È il caso delle Province, che si trasformeranno in enti di area vasta: il risultato è la moltiplicazione delle poltrone e delle prebende, con ben 26mila posti da consiglieri e 5mila da assessori, tutti nominati dai partiti. Il M5S ha scoperto subito questo trucchetto da quattro soldi, ora la bufala dell’abolizione delle Province viene smascherata dallo stesso Pd: durante l’audizione di ieri in Commissione affari costituzionali, è stato il sindaco di Torino ad affermare che il ddl sulle controriforme fa uscire dalla porta e rientrare dalla finestra questi enti. Perfino Chiamparino è stato costretto ad ammettere che le Province continueranno ad esistere sotto mentite spoglie, auspicando addirittura di ritirare la norma farlocca che Renzi ha inserito nelle disposizioni finali del ddl incostituzionale. La Corte dei Conti è già stata chiara: “Con questa legge e il conseguente moltiplicarsi di enti, i costi lieviteranno”. Naturalmente sarebbe troppo chiedere al fedele Chiamparino, come a tutta la cosiddetta minoranza piddina, di essere conseguenti con la denuncia di questo scandalo, l’ennesimo della lunga serie di bugie renziane: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Il M5S ha presentato un disegno di legge costituzionale che abolisce in toto le Province ordinarie: basterebbe votarlo subito per risparmiare miliardi di euro. Serve solo coerenza, quella che il Pd non sa nemmeno dove sta di casa.
Riccardo Fraccaro