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Ci uccide lo Stato corrotto e noi a pensare al lunotto rotto.

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Napolitano si dimette e noi a commentare, “voglio lui”, “ma no, e’ meglio l’altro”. Toto-presidente sui social, mega-sondaggi e ognuno a dire la sua. E poi c’e’ il lunotto rotto al campo rom. “Se l’e’ cercata”, “ma che dici, e’ stato aggredito”.

Ultras, questo siamo. Tifosi che mentre sono allo stadio i ladri gli svaligiano casa.

Mentre siamo allo stadio a commentare qualsiasi stronzata che accade, in Italia piove. Mentre discutiamo su successioni e aggressioni in Italia piove. E se in Italia piove la gente perde la casa, sparisce nel fango e muore.

E chi muore muore per sempre. E per sempre quel fango ti resta addosso. A noi, popoluccio, il fango addosso ce lo gettano da 60 anni. Sappiamo come fanno, sappiamo chi lo fa.

Il fango da noi ti ammazza, da Chiavari al Gargano passando per Carrara.

La guerra non e’ in Afghanistan dove ancora buttiamo soldi e proiettili. La guerra e’ in casa e nei nostri cervelli cosi’ facilmente controllabili, manipolabili.

Un grazie va a quei cittadini che a Carrara hanno deciso di occupare il Comune fino a quando un sindaco incapace non si dimetterà. Sono italiani che fanno il loro dovere. Si ribellano (senza violenza ma con durezza) ad uno Stato corrotto che ci lascia morire sotto la pioggia.

Strano paese il nostro, un lunotto rotto fa più share dello Stato corrotto. Ma i morti dipendono da cosa?

Alessandro Di Battista

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