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Grillo, dopo il Circo l’invito è alla piazza

#italia5stelle1NESSUN CAMBIO DI LEADERSHIP   SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ROMANA CHE RILANCIA IL REFERENDUM SULL’EURO DOMANI “TUTTI A SPALARE GENOVA”.

Ritorno al futuro, nel segno del capo. Il segno di Grillo, riacclamato signore dei Cinque Stelle, che dopo aver riempito il Circo Massimo vuole invadere le piazze italiane, “l’elemento naturale”delsuoMovimento.Echise neimportadelParlamento.Tanto “diventeremo maggioranza, andremo a governare, e il Parlamento lo faremo chiudere”. In un pomeriggio romano che è il regno dell’afa, Grillo scende dal palco con lo sguardo del vincitore. In tre giorni al Circo Massimo di gente ne è venuta tanta, levocicontrariesonorimasterumori di fondo, l’immagine dell’istrione che arringava da unagruhaoccupatogiornalietv. E allora il tema della leadership dei Cinque Stelle se ne torna nel cassetto. Niente incoronazione del delfino Di Maio, nessun cambio di sistema nonostante i mal di pancia di Pizzarotti.
 A COMANDARE è più che mai Grillo, che (ri)detta la linea ai suoi: fuori del Parlamento (“ma non daremo le dimissioni”), tutti nelle strade. Si parte da quelle di Genova, dove domani l’artista porterà i suoi parlamentari a pulire. “Tanto i miei sono abituati a spalare, che sia merda in Parlamento o fango a Genova non fa differenza” urla dal palco nel discorso finale. Ed è boato, dal
pubblico che adora gli sfregi al Palazzo. “Non possiamo diventare un’istituzione, siamo una causa, ora ci stiamo riappropriando della nostra anima” assicura il leader. I punti principali della sua agenda sono due classici: reddito di cittadinanza e referendum sull’euro, con annessa petizione popolare: “Faremo una legge popolare per uscire dalla moneta unica, porteremo 3, 4, 5 milioni di firme in Parlamento”. I nemici sono sempre quelli, e sempre tanti. I giornalisti, innanzitutto. “Siete dei drogati, dovremmo farvi le analisi del sangue” aveva sibilato ai cronisti in mattinata, girando tra i gazebo in auto elettrica. “Siete walking dead, morti che camminano” ripete dal microfono.
 SEGUE nuova scomunica per i talk show: “Sono finiti, hanno bisogno di noi per alzare lo share e fare soldi, ma noi non ci andiamo più”. Attacca Renzi e il Pd con metafore che richiamano l’alluvione di m5s-circo massimoGenova: “Renzi sta portando a bagno il Paese, la peste rossa sta sommergendo l’Italia”. Se la prende con la massoneria, con sillabe sghembe: “ll viceministro delle Attività produttive, ora non ricordo il nome, è un massone (i vice sono due, ndr). Non ce l’ho con i massoni, ma se proprio vogliono facciano un partito, altrimenti se ne vadano
affanculo”. Il nemico dei nemici però rimane Napolitano: “Un presidente con un po’ di dignità ci avrebbe dato l’incarico di governare, le elezioni le avevamo vinte noi”. Non pago, a comizio ormai concluso, Grillo la butta lì: “Già che ci siamo perché non facciamo due passi a fare i testimoni di Napolitano? Tanto non siamo mica carcerati”. La gente si guarda, i giornalisti già pensano alla marcia sul Quirinale. Grillo smorza subito: “Scherzavo, siamo gandhiani, non coglioni”. Risate, applausi, musica. Sul palco salgono i parlamentari: ballano, pure dietro le quinte. Ma la musica del M5S la suona Grillo. Sempre assieme a Gianroberto Casaleggio, il cervello politico, padrone del blog dell’artista. Sceso pure lui a Roma, aggressivo come mai prima dal palco, sabato: “Devono venire con le armi per togliermi un po’ di sovranità nazionale, Draghi il banchiere non può darci ordini”. Perché anche l’altro diarca ha ancora voglia di dirigere il gioco. Gli altri big sono tornati a posto. In primis Di Maio, il numero tre: “Le incoronazioni si fanno alle feste dell’Unità, qui non ci sono leader”. Resta il preferito degli attivisti, il più inseguito per i selfie, alla pari con Alessandro Di Battista. Significativa una battuta di Grillo: “Abbiamo creato dei mostri, dei ragazzi meravigliosi, Di Maio, ma anche Di Battista. Io so che fine ci faranno fare a me e Casaleggio: faremo gli europarlamentari con Mastella”. Tradotto, gli eredi designati sono loro due: ma c’è tempo. A manifestazione finita proprio Di Maio e Di Battista girano tra l’erba raccogliendo rifiuti. Ottima mossa (pubblico entusiasta), ma pure segnale del ritorno della linea movimentista. Come verrà declinata lo spiega la senatrice Barbara Lezzi: “Andremo nelle città una o due volte al mese, porteremo il nostro parlamentino per discutere con la gente di singoli temi. Verrà anche Beppe, certo: è la nostra cassa di risonanza, come dice lui”. Cosa rimane a margine? Il paziente dissenso di Pizzarotti, il sindaco di Parma, anche ieri al Circo Massimo: “Bella festa, ho parlato con tanta gente ma avrei voluto più palchetti per il confronto, il palco da 10mila persone serve per le decisioni. Il tema dell’organizzazione da cambiare? Io l’ho posto, punto”.

di Luca De Carolis
Il Fatto Quotidiano 13.10.2014

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