LA NUOVA NORMA INDEBOLISCE ANCHE QUELLA GIÀ IN VIGORE.
Qui, “oltre a bloccare il reato di autoriciclaggio, stanno depenalizzando anche il riciclaggio”. Un magistrato esperto in reati finanziari commenta le conseguenze del testo partorito dal governo sull’asse Renzi-Boschi-Ghedini (con l’ostilità del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan) sul reato che, come previsto dalla convenzione Ocse di Strasburgo del 1999 firmata dall’Italia e mai convertita in legge, dovrebbe punire chi ricicla i soldi sporchi dei suoi reati per “lavarli” in attività lecite e poi utilizzarli “puliti”.
L’ULTIMA TROVATA di Palazzo Chigi è una causa di non punibilità per chi ricicla il suo denaro sporco a scopo di “godimento personale”. Ma, dicono gli inquirenti, tutti i criminali che ripuliscono il loro denaro lo fanno per godersipersonalmente il frutto delle attività illecite. “Poniamo il caso di un rapinatore che prende la refurtiva e l’affida a uno spallone, il quale gliela porta in Svizzera sul conto cifrato di una fiduciaria. Poi il rapinatore va in Svizzera e preleva i quattrini per farsi la villa a St. Moritz. Dunque gode personalmente del suo profitto illecito. Con la causa di non punibilità, non può essere processato per autoriciclaggio. Ma la causa di non punibilità si applica anche allo spallone e al titolare della fiduciaria che concorrono nel suo reato, avendolo aiutato a riciclare i suoi soldi: oggi quei due sono punibili per il reato di riciclaggio, domani non più. Bel risultato davvero: la legge che dovrebbe punire l’autoriciclaggio viene svuotata in modo da non punire né l’autoriciclaggio, né il riciclaggio”. A QUESTO PUNTO, osserva il magistrato, molto meglio non fare nessuna legge: “Almeno qualche riciclatore, col reato di riciclaggio, riusciamo ancora ad acchiapparlo”. Ieri, dopo i continui rinvii in commissione Finanze e le continue riscritture del testo della “riforma” tra la presidenza del Consiglio e i ministeri delle Riforme, della Giustizia e dell’Economia, si è tenuta l’ennesima riunione con i ministri Boschi, Padoan, Orlando e il viceministro Casero, tagliando fuori i parlamentari più impegnati, che in commissione avevano già approntato un buon testo, giudicato efficace dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco. Padoan ha spiegato quanti miliardi si recupererebbero con l’effetto-tenaglia di autoriciclaggio e norme per favorire il rientro dei capitali. Ma le sue osservazioni continuano a scontrarsi con uno scoglio invisibile quanto insuperabile: il Patto del Nazareno.
Redazione
Il Fatto Quotidiano 03.10.2014