Meno dieci. Entro poche settimane la scuola italiana potrebbe cambiare. I giornali e i telegiornali in queste ore hanno annunciato il Renzi day: il 29 agosto il premier sembra essere intenzionato a mettere in atto dei cambiamenti radicali nella aule italiane. Il piano per la scuola, potrebbe articolarsi su tre grandi capitoli: i programmi e le competenze, l’autonomia scolastica e idocenti. Ma questi sono solo pronostici dei media, voci di corridoio raccolte in viale Trastevere.
Da tempo gli annunci sulla rivoluzione del pianeta istruzione si susseguono: fanno a gara a spararla più grossa il ministro
Stefania Giannini, il sottosegretario
Roberto Reggi e chiaramente il premier che ha necessità di recuperare credibilità anche in questo settore dopo le passerelle, mal riuscite, nelle scuole italiane (a proposito a settembre riprenderà con il tour del mercoledì?). Ne abbiamo ormai sentite di tutti colori, alcune anche buone: dall’
ampliamento dell’orario della scuola, all’
apertura estiva delle aule, alla formazione per i docenti, ad un nuovo
concorsone, ad un nuovo piano triennale di assunzioni, all’autovalutazione degli istituti. Restano alcune certezze attorno a questo misterioso 29 agosto. La prima: un cambiamento serio della scuola italiana non può avvenire con un decreto ministeriale ma attraverso un
processo di partecipazione che coinvolga insegnanti, genitori, studenti, dirigenti ed esperti. Non vorrei che Renzi abbia ascoltato solo sua moglie! La seconda: il premier non può pensare di affrontare queste questioni il 29 di agosto mentre
migliaia di precari si metteranno in coda agli uffici scolastici provinciali per elemosinare un
posto di lavoro; mentre centinaia di scuole dovranno partire senza avere un dirigente titolare. Fare annunci di questo genere, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, sa molto di
marketing. Probabilmente l’inquilino di palazzo Chigi ha già pronte le slide. Renzi sa bene che non siamo a Natale e che lui non è Santa Claus in grado di esaudire in poche settimane i desideri di tutti. Se avesse voluto lavorare seriamente per cambiare, dal prossimo anno scolastico, la vita tra i banchi, avrebbe dovuto parlare di queste proposte a
giugno non certo ora. Il rito dello spot settembrino, celebrato dalla politica al suono della prima campanella, l’abbiamo già visto fare dalla Gelmini, da Profumo e dalla Carrozza. La terza: la data del 29 agosto e la rivoluzione annunciata sulla scorta delle indiscrezioni raccolte, è avvolta da un eccessivo alone di mistero. Ma perché tanta nebbia su questo cantiere? Non stiamo forse parlando di modifiche significative che riguardano la vita di molti di noi insegnanti, di mamme e papà? O forse le idee di Renzi sono frutto dell’ennesimo dossier nato e semmai discusso al tavolo del solo Partito Democratico?