L’INTERVENTO DI UN CONSIGLIERE COMUNALE DI FIRENZE CHE CONOSCE BENE IL PREMIER.
Caro Direttore, pur condividendo molto delle vostre riflessioni sulla “democrazia autoritaria”, non so quanto possa aiutare una rappresentazione tanto drammatizzante rispetto all’obiettivo di rianimare uno spirito critico in questo nostro addormentato Paese. Ovviamente spero di sbagliare e, comunque, ringrazio il vostro (mio) quotidiano per avere sollevato una questione di cultura democratica e di difesa dei principi costituzionali.
Vengo al punto: io non credo (non voglio credere) a un disegno autoritario di Matteo Renzi. Per come lo conosco, per quanto sia in grado di leggere, vedo senz’altro atteggiamenti populisti coniugati a una straordinaria capacità di entrare in sintonia con la “pancia” del cittadino-elettore, il quale però – mi par di capire – non vedeva l’ora che si profilasse all’orizzonte dell’ennesimo uomo della provvidenza. Provvidenziale, quest’uomo, soprattutto a sinistra, dove le delusioni e le frustrazioni del ventennio berlusconiano (in verità dieci anni di governo e dieci di inciucio) fanno immaginare che il sol dell’avvenire possa finalmente giungere e illuminare il decennio (o ventennio) del ragazzo di Rignano sull’Arno. Quindi vorrei richiamare l’attenzione sul rischio di una democrazia autoritaria che non avverrà “a insaputa” del popolo italiano, ma con il suo convinto sostegno. Durante tutta la parabola di Silvio Berlusconi non ho mai avuto seri timori sulla tenuta democratica, perché ne vedevo attivi e reattivi tutti i necessari anticorpi. Ora, invece, sembra proprio che il Potere stia vincendo il suo “gran gioco” perché mentre Berlusconi aveva da fare i conti con una serie di contropoteri, niente sembra oggi volersi opporre alla marcia trionfale di Renzi. Al punto che quello che dovrebbe essere il suo principale antagonista spera vivamente (e lo fa dire al figlio) che il giovane premier faccia il gioco sporco al posto suo e sistemi come si deve le sue aziende e, soprattutto, quel cancro dei giudici politicizzati. Che fare, dunque? Sfidare Renzi sul piano dei contenuti e delle contraddizioni fra promesse e cose fatte, perché quanto a parlantina e disinvoltura il ragazzo non ha eguali al mondo.
Cristina Scaletti – Consigliere comunale per “La Firenze Viva”
Il Fatto Quotidiano 11.07.2014