Acqua Evidenza News

Primi lavori per il Calore-Si investono 3 milioni

Il Fiume Calore si può vantare di avere degli “amici” che lo rispettano, lo tutelano (o almeno cercano di farlo) e lottano da anni per lui. Il Sele lo invidia… per lui solo chiacchiere e “amici” che lo hanno svenduto senza batter ciglio.

 

Il Comitato di Tutela del fiume ora esulta.
Capone: E’ la prima tappa. <<Garantire il deflusso minimo vitale>>

Montella – La Provincia di Avellino ha affidato l’appalto di circa tre milioni di euro per la realizzazione di un intervento di manutenzione e messa in sicurezza del fiume Calore, nel tratto che interessa il Comune di Montella. Saranno realizzati lavori di sistemazione idraulica e riqualificazione ambientale lungo l’asta fluviale compresa tra il Ponte della Lavandaia e la confluenza con il Torrente Pacione. Per il sindaco Capone si tratta della prima tappa di un percorso di bonifica ancora lungo.
L’intervento sugli argini e l’alveo del corso fluviale nel cuore di Montella in realtà era stato già predisposto nel 2010, prima del cosiddetto “patto dei sindaci per il cambiamento climatico”. L’obiettivo era migliorare le condizioni idrauliche del fiume Calore, assediato da scarichi fognari in gran parte abusivi e da altri veleni. Le opere in appalto non risolveranno certo tutti i problemi di questo fiume interprovinciale, principale affluente del Volturno, ma almeno serviranno a consolidarne gli argini. I lavori infatti prevedono la costruzione di muri opere di difesa spondale e la manutenzione delle opere ripariali esistenti.

Il progetto esecutivo prevede un unico lotto, di cui risulta aggiudicataria la società Pamivit Srl con sede in Casapesenna, nel casertano. Informato sull’imminente inizio dei lavori, il sindaco di Montella Ferruccio Capone ha espresso un moderato ottimismo, anche se non smette di sottolineare l’urgenza dei lavori. “Intervenire sul ponte della Lavandaia vuol dire modificare le sorti dell’intero corso fluviale” argomenta Capone. “Sugli argini e sull’alveo è decisivo intervenire perché passa di qui il collegamento alle sorgenti. Si tratta di uno spazio che i montellesi definivano “baia” perché un tempo il fiume era in piena”. A detta del sindaco Capone, il tracciato che intercorre tra il ponte della lavandaia e il torrente Pacione è ricco di invasi, e lo stesso ponte di epoca romana merita maggiori accorgimenti architettonici. “Mentre la Provincia sta provvedendo a far partire i lavori per la bonifica del corso fluviale, il Comune ha già presentato un progetto sullo stesso tratto naturalistico, per il recupero del mulino ad acqua nei pressi del ponte della lavandaia”.

Oltre all’attesa approvazione del progetto a valere sui fondi comunitari, il sindaco insiste sulla definizione di un accordo con gli enti gestori, finalizzato a regolamentare il prelievo delle acque. La priorità resta stabilire e fare rispettare una soglia “accettabile” per il deflusso minimo vitale dei fiumi. “Resta in piedi la necessità di ottenere delle garanzie da parte di chi preleva acqua dai nostri fiumi. Questa amministrazione ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Sant’Angelo dei Lombardi e attendiamo che si faccia chiarezza: le sorgenti e il corso fluviale devono essere disciplinati, ora attendiamo l’impegno della Provincia in questo senso, auspicando che sappia e voglia schierarsi al fianco degli amministratori locali del comprensorio”.

Elisa Forte

ottopagine 03 gennaio 2013

Lascia un commento