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E la piazza 5 Stelle gridò: “Berlinguer!”

Piazza San Giovanni MIGLIAIA A SAN GIOVANNI PER LA CHIUSURA. GRILLO SPARA SUGLI AVVERSARI: “BERLUSCONI MANDA PIZZINI COME RIINA, RENZI È FINITO” POI CASALEGGIO FA SCANDIRE IL NOME DELL’EX SEGRETARIO PCI.

 Si sono ripresi la piazza rossa. Stracolma, quasi come l’anno scorso. Ma questa volta hanno aggiunto una scena che vale un’annessione e uno sberleffo. Gianroberto Casaleggio che chiede un coro: “Berlinguer, Berlinguer”. E la folla di 5 Stelle che canta, forte. Proprio lì, nella San Giovanni luogo sacro della sinistra tutta. Non pago, Casaleggio cita Papa Roncalli: “Date un carezza agli indecisi, sarà la carezza del Movimento”. È il sorpasso sui simboli, in attesa di quello delle urne. “Prenderanno una batosta che se la ricorderanno” sogghigna Beppe Grillo mentre si chiude la serata in piazza San Giovanni a Roma. L’ultimo dei suoi 18 comizi in 19 giorni. “Il 26 maggio la nostra vendetta sarà la vittoria” profetizza il capo. Vincitore della sfida delle piazze incrociate, con il Renzi che in piazza del Popolo giovedì aveva annaspato. La San Giovanni di ieri era un po’ meno piena di quella del 23 febbraio 2013. Ma il Movimento festeggia ugualmente.LA PIAZZA comincia a gonfiarsi verso le 17. I romani sono ovviamente maggioranza, ma dal resto d’Italia sono arrivati 40 pullman, in gran parte dal Sud. Parecchi i 50enni, in buon numero le coppie. È una folla ordinata, più strutturata di quella dell’anno scorso. I meet-up sono strutture oliate, tanti ormai conoscono parole d’ordine e codici del Movimento. È l’anniversario della strage di Capaci, e Giovanni Falcone viene rievocato con video dal maxi-schermo e un minuto di silenzio. I_DSC4980 candidati al Parlamento europeo se ne stanno dietro le quinte. Spunta Elio Lannutti, ex Idv. Perché a San Giovanni? “Voglio dare una mano”. Ma non è che vuol fare il ministro? “No, no, per carità”. La piazza si dilata. Sul palco salgono i gruppi spalla. La folla si scalda al ritmo di “chi non salta ebetino è”. Canta un trio di ragazze, quando alle 18.50 sul palco appare Beppe Grillo, per il primo dei due interventi. Una sorta di anteprima, per i tg e per richiamare gente in piazza. Giubbotto marrone, maglietta bianca, si aggiunge al coro in salsa rap, saltellando. Attacca: “Mettete giù le bandiere, non siamo mica come loro che portano gli sbandieratori”. “Tutti a casa” intona la folla. E lui: “Non si sa quante case abbiano”. Dietro l’artista, in nero dalla testa ai piedi (tranne il berrettino) Casaleggio. Grillo celebra: “Non siamo un partito, non c’è un leader, siamo un fluido, siamo gioia”. Precisa: “Dicono che sono peggio di Hitler, un delinquente? Dicano pure. Io non ho e non avrò mai cariche pubbliche”. Precisa sul processo ventilato contro giornalisti e politici (il plastico del possibile carcere era dietro il palco): “Niente di fisico, sarà solo un gioco online, uno sputo digitale”. Poi addenta Renzi: “Stava in piazza del Popolo senza popolo. Mi vorrei rivolgere al padre. Per favore, il suo bambino ha bisogno di lei. Vada ad abbracciarlo, poi gli sussurri nell’orecchio: ‘È finita, su, forza, andiamo a casa” (lo stesso invito lo farà ai figli di Berlusconi ). Inevitabile, l’attacco alla stampa. “Tutto questo è anche colpa di questi signori con le telecamere”, indica, e sono fischi. Chiude: “Li abbiamo sempre stupiti, li stupiremo anche il 26 maggio. Apriremo il Parlamento Ue come una scatoletta di wurstel”. Al microfono va l’ex giudice Fernando Imposimato. Alessandro Di Battista lo introduce così: “Ascoltiamolo, sarebbe molto più degno di rivestire il ruolo di presidente della Repubblica di Napolitano”. Sempre Di Battista infierirà poi: “Napolitano ha le ore contate”. Dopo le 21, è ancora Grillo. Spara contro Berlusconi: “Ha detto una cosa molto inquietante, ossia che se vince il Movimento 5 Stelle ci saranno disordini. Queste cose qui le abbiamo sentite da Riina. Cosa è, un pizzino?”.Ma il culmine arriva quando introduce una persona che “ne ha subite tante”. È Casaleggio, emozionato. Ringrazia medici e infermieri che l’hanno assistito per il recente intervento alla testa. Poi piazza il colpo: “Sicuramente una persona che possiamo considerare onesta è Enrico Berlinguer, uno dei pochi a riempire questa piazza. Ora cantate tutti, Berlinguer, che lo si senta fino a palazzo Chigi”. Il coro è altissimo, l’effetto pure. “E ora si sciacqui la bocca Renzi”, infierisce. Ma il cofondatore va oltre: “Quando tornerete a casa troverete qualcuno che dice che noi facciamo solo proteste e non proposte: fategli una carezza, ditegli che è del Movimento e che il nostro futuro dipende da loro”.Citazione di Giovanni XXIII, altro totem della sinistra. “Ora o mai più” declama. Poi chiude: “Che la forza sia con voi” (questa volta è Guerre Stellari). Rientra Grillo, che intanto ha disdetto il previsto collegamento con la Rai (“Abbiamo già stravinto così”). Legge un brano da Chaplin, Io non voglio fare l’imperatore, per rispondere “a chi ha detto che sono un nazista”. Poi ripete il mantra: “Stravinciamo” . Saluti. Ai microfoni di Sky Tg24, l’euforico Grillo precisa: “Io sono per l’uscita dall’euro, Casaleggio no”. Si vedrà, dopo le urne.
di Luca De Carolis
Il Fatto Quotidiano 24.04.2014

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