Il Movimento 5 Stelle, al momento, è l’unica organizzazione politica strutturata italiana, tra quelle partecipanti alla competizione elettorale europea, ad avere un programma, proprio perché è l’unica formazione davvero europeista: esattamente il contrario di ciò che affermano i professionisti al soldo della cupola mediatica. Infatti il Pd, Forza Italia, Lega Nord, agitano solo slogan demagogici generici, basati sui trend correnti, tentando di cavalcare il disagio sociale. Ecco che cosa intendono portare avanti i candidati Cinque Stelle quando andranno a Bruxelles, come portavoce europei a nome degli italiani pensanti.
Investimenti in innovazioni e attività produttive escluse dal 3% del deficit annuo
Analisi e spiegazione del punto 4 del programma a cura di Sergio Di Cori Modigliani.
E’ la clausola capestro che tutti i governi italiani, con grave atto di totale incoscienza e irresponsabilità, hanno sottoscritto negli ultimi 15 anni. Da una parte l’Unione Europea costringe il governo italiano a non sforare il 3% e da un’altra parte incita al rinnovamento e modernizzazione del tessuto produttivo sapendo che è impossibile realizzarlo senza investimenti.
Questo dispositivo ha creato e prodotto lo stallo perenne della nostra economia, danneggiando la comunità nazionale.
Il Movimento 5 Stelle si propone, invece, di lanciare un poderoso piano di investimento nazionale nella ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica, che potrebbe, oltretutto, assorbire una considerevole porzione di giovani laureati disoccupati. E per farlo è necessario mettere a disposizione risorse finanziarie sul territorio, per il territorio, da gestire localmente.
La barriera del 3%, come obbligo e imposizione, è uno sbarramento che uccide l’economia nazionale, impedisce il rilancio dell’occupazione, e privilegia la concorrenza extra-italiana. Non si tratta di teorie economiche, bensì disopravvivenza.
Seguitando ad applicare questo modello di logica attuale, l’Italia non si riprenderà mai.