Né talebano né dissidente. Andrea Defranceschi, consigliere regionale M5S in Emilia Romagna sospeso da Beppe Grillo per un’inchiesta della Corte dei conti, parla per la prima volta con la stampa: “Mi stanno cercando tutti. Ballarò, Piazzapulita, Repubblica ”. Potrebbe recitare la parte del martire: “Non sono il tipo e al posto di Grillo avrei preso la stessa decisione: se fai le pulci a tutti, devi accettare che anche gli altri le facciano a te”.
Cosa le contesta la Corte dei conti?
Due fatture di fine 2013 pagate a due miei dipendenti. Ogni anno, come gruppo regionale, ho risparmiato 40-50 mila euro. Eravamo arrivati quasi a 200 mila. Ho chiesto alla Regione di poterli restituire, ma non mi hanno mai risposto. Ho atteso sei mesi e poi ho usato quei soldi per pagare le fatture: una da 9 mila euro e rotti, l’altra da 11 mila. Per lavoro svolto fino a giugno 2014.
Li ha pagati in anticipo. Perché?
Con la spending review è cambiato tutto e non sapevo se nel 2014 avrei potuto garantire lo stipendio ai collaboratori.
Prima con lei c’era Favia.
All’inizio aveva grandi pregi lavorativi. Poi ha preso una deriva politica sbagliata e ha commesso molti errori.
Tipo usare soldi pubblici per andare in tivù. Prassi che lei ha autorizzato.
Non condividevo politicamente, ma come capogruppo non potevo impedirgli di farlo: la legge regionale lo autorizzava . La Corte dei conti sta indagando e dovrebbe esprimersi a luglio.
Favia dice che lei era nella lista nera come Pizzarotti. Ha pagato il lavoro fianco a fianco con una figura mal vista da Grillo e Casaleggio?
Che io debba scontare la croce-Favia è assodato, ma non credo di avere ricevuto un trattamento peggiore di altri. La decisione di Grillo è giusta e la accetto. Ho rispetto della Corte dei conti e accetto la sentenza, ma sono innocente e ho fatto ricorso al Tar. La Corte parla di “pagamento anticipato per prestazione non svolta” e “mancanza di documentazione”, ma il lavoro è stato svolto e la documentazione esiste.
Anche Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei conti.
Per danno erariale, che nel mio caso non c’è: il lavoro è stato regolarmente svolto. Non mi dimetterò. Passerò al gruppo misto e continuerò le mie battaglie, attendendo il parere favorevole del Tar e il riutilizzo del logo M5S.
Che rapporti ha con Grillo e Casaleggio ?
Con Casaleggio avrò parlato sì e no 3 volte in 4 anni, con Grillo parlo 4 volte l’anno. Ci sono andato a cena sabato dopo il suo comizio a Bologna. Gli ho spiegato la situazione, è convinto che tutto si risolverà.
Ha ricevuto solidarietà dal Movimento? Di Battista ci è andato giù duro con lei.
Lui stesso ha detto di non conoscere bene la vicenda e poi ha ammorbidito i toni. Ho ricevuto solidarietà dal 98 per cento del Movimento.
Esiste un problema di democrazia interna?
È una semplificazione giornalistica. Grillo fa bene a imporre il rispetto delle quattro regole chiare che abbiamo. Il Movimento ha pregi e difetti, ma Grillo e Casaleggio non mi hanno mai detto cosa fare.
Grillo l’ha sospesa dopo i titoloni di Repubblica Bologna contro di lei.
Repubblica è brava a forzare i titoli. Vorrebbero intervistarmi, ma rifiuto: non sono né un talebano né un dissidente. Parafrasando Grillo su Renzi: io ci metto la faccia, il culo e il portafogli.
Perché tutte queste faide interne in Emilia?
Mai capito. Io ho ottimi rapporti tanto con i parlamentari emiliani quanto con Pizzarotti.
Si ricandiderà con il M5S?
Mi piacerebbe, ma sempre in Regione.
Che valutazione dà dei suoi colleghi in Parlamento?
Molto positiva, hanno mantenuto tutte le promesse.
di Andrea Scanzi
Il Fatto Quotidiano 14.05.2014