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Vini e cravatte, gli sprechi campani in tribunale

De CaroCHIUSA L’INCHIESTA SUL 51 POLITICI DEL CONSIGLIO REGIONALE: C’È ANCHE IL SOTTOSEGRETARIO PD DEL BASSO DE CARO.

 Nell’inchiesta sui rimborsi allegri del consiglio regionale della Campania, la spesa più ambigua e finora non rivelata dai radar è intestata al gruppo Pd: 7.896 euro per stampare le brochure e i manifesti del candidato sindaco democrat di Agerola (Napoli). La campagna elettorale pagata coi soldi pubblici. Ci sono inoltre, sempre nel Pd, 3.970 euro per l’acquisto di cravatte di gran pregio. Gadget natalizi. Pagati anche questi coi fondi per i gruppi consiliari. Mentre a un consigliere eletto nell’Udc le indagini contestano circa 1.100 euro di spese in piante, fiori e occhiali. Nei mesi scorsi, tra inviti a rendere interrogatorio e qualche arresto, il grosso dello scandalo era già venuto fuori. A cominciare dalle spese per tinture per capelli, un giocattolo, sigarette, film in dvd, cd musicali, bottiglie di vino, una festa di capodanno, pranzi e cene nei week end al mare. Oltre al gioco delle fatture false per farsi rimborsare prestazioni e servizi inesistenti. Poca roba, caso per caso, rispetto al saccheggio avvenuto in altre regioni. Ma sufficiente a illustrare un diffuso malcostume.    IERI LA NOTIFICA di 51 avvisi di conclusa indagine per altrettanti politici, firmati dal pm di Napoli Giancarlo Novelli, che ha coordinato il corposo lavoro del Nucleo Tributario della Gdf agli ordini del colonnello Nicola Altiero. É il preludio delle richieste di rinvio a giudizio. Si tratta di 47 consiglieri regionali in carica, 3 parlamentari, un ex consigliere. In più, avvisi per tre imprenditori e per un collaboratore di un politico, con l’accusa di complicità in qualche episodio. Per quasi tutti l’accusa è peculato: somme che superano un milione e 300.000 euro in totale, attinte del fondo per il funzionamento e le attività istituzionali dei gruppi politici. Per alcuni c’è anche l’accusa di truffa, relativa ai maneggi sul fondo della comunicazione: altri 150.000 euro di rimborsi indebiti. I fatti risalgono al periodo tra il 2010 e il 2012. Gran parte dello scontro tra accusa e difese si muove sul sottile confine tra una legge regionale che non imponeva rendicontazione sull’utilizzo dei fondi consiliari e il principio che questo tipo di finanziamenti deve essere sempre e comunque giustificato da un dimostrabile interesse pubblico. Il nome che fa più rumore è quello del sottosegretario Pd alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro. Prima dell’elezione a deputato è stato consigliere regionale e per un periodo anche capogruppo. Deve rispondere di peculato per una delle cifre più basse dell’elenco, circa 11.300 euro.NELL’ELENCO dei ‘cattivi’ ci sono due senatori azzurri, il coordinatore campano del partito Domenico De Siano e la senatrice Eva Longo. Nell’elenco dei ‘buoni’ il governatore azzurro Stefano Caldoro, che pur essendo tecnicamente il 61° consigliere non ha mai prelevato dai conti dell’assemblea e non è mai stato nemmeno indagato, e l’assessore berlusconiano Fulvio Martusciello, che in una prima fase era stato indagato e perquisito in qualità di ex capogruppo: per lui il pm ha chiesto l’archiviazione, insieme ad un’altra dozzina di politici.

di Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano 02.04.2014

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