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Scontro Codacons-Renzi: «La lettera ai sindaci una costosa buffonata». Esposto a Corte Conti

scuole 1L’associazione: «L’elenco delle scuole pericolose c’è già»
«Uno spreco per la collettività la missiva ai primi cittadini».

Una buffonata, uno spreco, un’azione di marketing. Non piace al Codacons l’iniziativa del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha scritto agli 8mila sindaci d’Italia, invitandoli a individuare un edificio scolastico da candidare a un progetto di ristrutturazione, inviando una mail a sindaci@governo.it entro il 15 marzo, per «rilanciare la crescita», partendo dal territorio.

ELENCO – «L’elenco ufficiale delle scuole pericolose che necessitano di interventi urgenti esiste già, è stato redatto nel 2010 dal ministero dell’Istruzione e pubblicato sul web dal Codacons – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi -. Renzi non ha bisogno di queste iniziative mediatiche che lasciano il tempo che trovano». L’associazione di tutela dei consumatori ha quindi deciso di denunciare l’iniziativa del premier alla Corte dei Conti, perché si pronunci sul danno alla collettività che «l’inutile lettera ai sindaci», la duplicazione delle procedure e l’allungamento dei tempi potrebbero comportare. E ha inviato a Renzi l’elenco delle scuole pericolose «così da evitargli perdite di tempo».

«PRIORITÀ NOTE» – Anche Antonio Saitta, presidente dell’Upi, Unione Province italiane, ritiene un passaggio superfluo qualsiasi ulteriore mappatura del degrado dell’edilizia scolastica: «Inutile un nuovo elenco degli interventi – dice -. Il Decreto del Fare ha già portato a una panoramica completa: ci sono i progetti esecutivi, le Regioni hanno stabilito le priorità di intervento. E ci sono anche 150 milioni pronti da spendere». Certo, sono pochi rispetto alle necessità – dice Saitta – «E neppure sono stati assegnati». Ma la richiesta è di partire da questi «facendoli arrivare subito a Comuni e province che stanno aspettando per mettere in sicurezza tante scuole». Poi , è il suggerimento «si pensi a un piano pluriennale dell’edilizia scolastica, che consenta di fare programmi di intervento sapendo con certezza su quali stanziamenti si può contare, anno per anno».

LA LETTERA – Il primo tra i sindaci, da poco di casa a Palazzo Chigi, ha scritto lunedì ai «colleghi», chiedendo loro di «scegliere all’interno del vostro comune un edificio scolastico. Di inviarci entro il 15 marzo una nota molto sintetica sullo stato dell’arte». Niente progetti esecutivi, solo l’indicazione della scuola, il valore dell’intervento, la tempistica di realizzazione. E («semplice e operativo come sanno essere i sindaci»), entro 15 giorni «cercheremo di individuare le strade per semplificare le procedure di gara» e «per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna».

CRITICITÀ – Ma nel documento del ministero dell’Istruzione – spiega il Codacons – c’è già l’elenco, regione per regione, delle scuole che presentano «gravi criticità», e che rappresentano un potenziale rischio per la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico. Il file pubblicato nel 2010 dal Codacons è stato redatto dopo un monitoraggio disposto a gennaio 2009 dall’ Intesa Stato-Regioni ed effettuato in tutti gli istituti scolastici del Paese, e da esso emergono ben 12mila scuole che presentano le più gravi criticità, ossia il 28% del totale.

ANAGRAFE – In realtà non esiste un monitoraggio complessivo e sistematico del patrimonio edilizio: dal 1996 si attende un’anagrafe dell’edilizia scolastica; a tale carenza ha cercato di dare una risposta l’ex ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che aveva iniziato la riforma dell’anagrafe creando il Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes), costruito sulla base delle anagrafi regionali (solo 11 operative).

GLI ALTRI RAPPORTI – Dati interessanti si ricavano anche dai rapporti periodici pubblicati da Cittadinanzattiva e daLegambiente. L’ultimo report dell’associazione ambientalista, il quindicesimo, pubblicato all’inizio dell’anno, testa la qualità delle strutture e dei servizi della scuola in 94 capoluoghi di provincia.

di Antonella De Gregorio
La Stampa.it

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