Più ci avviciniamo alle elezioni amministrative e più annunci vengono lanciati a raffica da questo governo. L’ultimo riguarda nuovamente i pensionati, ovvero, quella categoria abbandonata da questo governo, che emerge solo qualora bisogna andare al voto. Milioni e milioni di voti di persone che non aspettano altro che un intervento per alzare la pensione minima. I dati diffusi nello scorso mese di marzo dall’INPS, infatti, hanno certificato che il 63,4% delle pensioni sono inferiori a 750 euro mensili.
L’ipotesi che starebbe valutando il governo, consisterebbe nel dare l’ormai “famoso” bonus degli 80 euro ai pensionati che hanno una pensione minima. La solita mancia elettorale, ma non bisogna ingannarsi.
Non è infatti la prima volta che il Presidente del Consiglio fa questa promessa. Facciamo un riepilogo:
– Il 23 aprile 2014, proprio il giorno in cui Renzi presentava le slide del bonus sugli 80 euro, si impegnava pubblicamente a estendere il bonus, non solo ai pensionati, ma anche agli autonomi;
– nel dicembre 2014: con occasione della legge di stabilità e nonostante gli annunci, veniva escluso qualsiasi tipo di intervento per concedere il bonus degli 80 euro ai pensionati nel 2015;
– nessun intervento, dunque, per i pensionati per il 2015;
– Il 5 aprile 2016 altro annuncio: “Allo studio 80 euro a chi prende la minima“;
– 24 maggio 2016 ovvero, 2 settimane prima delle elezioni il Presidente del Consiglio afferma: Il governo apre il cantiere delle pensioni e mette sul tavolo anche le minime, perché sono “troppo basse”.
Chi crede ancora a questi annunci? E soprattutto chi pensa di prendere in giro questo governo?
L’attuale Presidente del Consiglio, purtroppo, ha dimostrato per ben 2 anni che i pensionati non sono la sua priorità. Le banche e le lobby gli occupano troppo tempo.
Se il governo avesse avuto la volontà di aiutare i nostri pensionati non avrebbe affossato per ben 17 mesi la proposta del Movimento 5 stelle sul Reddito di cittadinanza che serve anche per innalzare la pensione minima a 780 euro al mese. Non dimentichiamo, infatti, che mentre per gli 80 euro vengono spesi ogni anno circa 10 miliardi di euro, che non sono serviti a far aumentare i consumi, per introdurre il Reddito di cittadinanza servono 14,9 miliardi, come certificato dall’ISTAT. Altri 5 miliardi in più che, però, servirebbero per permettere a 10 milioni di persone, tra cui anche i pensionati, di avere una vita dignitosa. Risorse, tra l’altro che possono essere tranquillamente ricavate a seguito del taglio delle pensioni d’oro, nonché dal taglio dei costi della politica.
Il governo la deve finire con la propaganda e con le mance elettorali. In Italia serve un provvedimento strutturale serio che si chiama Reddito di cittadinanza.
Basta perdere tempo e basta chiacchiere!
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