Nelle province di Salerno, Caserta e Napoli si moltiplicano indagini e richieste d’arresto per i sindaci e consiglieri dem. L’ultimo caso ad Agropoli: riguarda Alfieri, uomo di De Luca
L’ultima Quarto del Pd campano si è consumata nei giorni scorsi, raccontata solo dai quotidiani locali. Senza il clamore delle telecamere che asserragliarono la sindaca M5S Rosa Capuozzo e quel suo consigliere accusato di aver raccolto i voti in ambienti vicini alla camorra dei Polverino.
Bisogna essere addetti ai lavori per sapere l’ultima su Franco Alfieri, sindaco dem di Agropoli (Salerno), già prosciolto per prescrizione in un processo per corruzione su alcuni appalti della Provincia di Salerno. Alfieri è uno potente, nel cerchio magico del governatore Vincenzo De Luca, che lo ha nominato “consigliere per la caccia, pesca e agricoltura”, di fatto un assessorato ombra.
La Procura di Vallo della Lucania ha notificato al sindaco un avviso di conclusa indagine con l’accusa di essersi dimenticato di acquisire al patrimonio comunale tre appartamenti sequestrati a un gruppo criminale, lasciandoli di fatto nella loro disponibilità in cambio di appoggio elettorale.
AL CONFRONTO la storia di Quarto fa sorridere. Non fa sorridere invece quel che accade a Casapesenna (Caserta), comune dove il boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria ha fatto il bello e cattivo tempo durante i 16 anni di latitanza. Casapesenna è stata sciolta tre volte per infiltrazioni camorristiche e ora è retta da un sindaco Pd, Marcello De Rosa, indagato per concorso esterno in associazione camorristica: l’Antimafia sta scavando sui suoi rapporti con l’ex sindaco Fortunato Zagaria, anche lui indagato per concorso esterno per i presunti legami col boss omonimo. De Rosa avrebbe ricevuto sostegno elettorale dal suo predecessore, le prove in alcune intercettazioni depositate nel corso di un processo. L’attuale sindaco vive sotto scorta per aver ricevuto minacce in passato e ha reagito gridando al complotto di una regia oscura.
Una brutta storia di camorra e politici dem ha avvolto anche Villa di Briano (Caserta). Il sindaco Pd Dionigi Magliulo, imputato di corruzione elettorale per aver distribuito buoni pizza ai suoi elettori, a luglio è stato indagato in un’inchiesta che ipotizza il totale asservimento dell’amministrazione comunale al clan di Antonio Iovine attraverso l’intermediazione del fratello Nicola Magliulo, funzionario dell’ufficio tecnico, secondo i pm “il vero sindaco”, L’inchiesta lambisce l’eurodeputato Pd Nicola Caputo, indagato per voto di scambio per un appalto della Regione Campania. Pur non accusato di reati collegati ai clan, Magliulo si è dimesso in estate lasciando il Comune ai commissari prefettizi. Viriamo in provincia di Napoli ed eccoci a Casavatore, il caso che ha turbato la vigilia delle primarie di Napoli. Un avviso conclusa indagine dei pm De Marco e Marra ha reso pubbliche alcune intercettazioni del capogruppo Pd Salvatore Silvestri con un sorvegliato speciale del clan degli Scissionisti. I due discutevano di strategie politiche locali, di chi era presente e chi no all’inaugurazione della sezione del Pd dopo le elezioni perse da Silvestri al termine di una campagna attraversata da pestaggi e minacce di due fazioni del clan divise tra i due candidati sindaci. Alla campagna elettorale partecipò il vicesegretario Lorenzo Guerini. Legato a una collaboratrice parlamentare della candidata sindaco di Napoli Valeria Valente, Silvestri è indagato di voto di scambio insieme a un suo ex alleato intercettato mentre sembra comprare voti con pacchi di pasta e banconote da 50 euro.
TRA GLI INDAGATI complici di Silvestri c’è il comandante dei vigili urbani di Casavatore Antonio Piricelli. Quando è senza divisa fa il consigliere comunale a Ischia, dove sostiene la maggioranza del sindaco Pd Giosi Ferrandino, arrestato e rinviato a giudizio per le tangenti sulla metanizzazione di Cpl Concordia sull’isola verde. Piricelli a fine febbraio è stato fotografato a Giugliano (Napoli) con De Luca e il sindaco Antonio Poziello, “una cena tra amici”, titolava il sito che ha messo in Rete le immagini. Poziello è il dem uscito vincitore nel 2015 da primarie poi annullate perché non si erano accorti di un’inchiesta, sfociata in un rinvio a giudizio per associazione a delinquere, sulla gestione dei corsi di formazione in Campania nel 2008. All’epoca Poziello era un dirigente dell’assessorato regionale al Lavoro. Il Pd gli ha tolto il simbolo ma lui si è candidato con una civica e ha stravinto.
A San Giorgio a Cremano (Napoli) il sindaco Pd Giorgio Zinno ha rischiato l’arresto, respinto dal gip per fatti risalenti a quando era il vice di un altro sindaco Pd. Da assessore ai Lavori pubblici avrebbe favorito ditte amiche negli appalti al di sotto della soglia dei 200 mila euro. Lì vicino, a Ercolano, la Procura di Napoli sta lavorando su un altro presunto giro di tangenti sugli appalti dell’amministrazione comunale: indagati tra gli altri l’ex sindaco Pd Vincenzo Strazzullo, l’ex vice sindaco Antonello Cozzolino e la deputata Luisa Bossa, sindaco dal 199Lì vicino, a Ercolano, la Procura di Napoli sta lavorando su un altro presunto giro di tangenti sugli appalti dell’amministrazione comunale: indagati tra gli altri l’ex sindaco Pd Vincenzo Strazzullo, l’ex vice sindaco Antonello Cozzolino e la deputata Luisa Bossa, sindaco dal 1995 al 2005.
Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano 26.03.2016