A Brescello, il paesino di Don Camillo e Peppone, il sindaco Pd Marcello Coffrini ha una profonda stima del boss della ‘ndrangheta Francesco Grande Aracri, fratello di Nicolino: “Un uomo gentilissimo, tranquillo, composto, educato e che ha sempre vissuto a basso livello“. Per la Dda di Bologna invece è “un elemento di spicco della omonima cosca della ‘ndrangheta di Cutro capeggiata dal fratello Nicolino” e già condannato con sentenza definitiva passata in giudicato per associazione di stampo mafioso. Il mese scorso nei confronti del compagno Grande Aracri è scattato un sequestro di due milioni di euro dopo quello del 2013 di tre milioni di euro, segno di uno “che ha sempre vissuto a basso livello” come affermato dal sindaco Pd. La ‘ndrina Grande Aracri è originaria di Cutro, ma molto attiva al Nord in particolare a Reggio Emilia dove fu sindaco l’attuale sottosegretario Del Rio, che si recò proprio a Cutro nel 2009 poco prima delle elezioni comunali. Quando i pm gli fecero notare che Cutro è la città di Nicolino Grande Aracri rispose balbettando “So che esiste Grande Aracri. Nicola non… non lo avevo realizzato… Non sapevo che era originario di Cutro. Sapevo che era calabrese, ma non sapevo che fosse originario di Cutro. Perché abita lì nel centro di Cutro? No, io non lo sapevo.“. Beata ignoranza. Poteva chiedere al sindaco Coffrini che conosce benissimo il fratello. Il mese scorso la commissione di accesso al Comune di Brescello ha concluso il proprio lavoro e ha consegnato la relazione ispettiva al prefetto di Reggio Emilia, che a breve inoltrerà la sua proposta al Ministero dell’Interno in merito allo scioglimento per mafia del comune a guida Pd. Il M5S ha chiesto che sia consegnata in antimafia la relazione della Commissione prefettizia su questo paese e su Finale Emilia (Mo), altro comune a guida Pd a rischio scioglimento. Le dimissioni del sindaco non sono mai state prese in considerazione dal Pd. Chiediamogliele tutti insieme: #CoffriniDimettiti.
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