I partiti sono pronti all’incasso con la Boccadutri card. Dopo aver approvato la leggina sanatoria per il finanziamento pubblico in pochissime settimane adesso vanno all’incasso. L’ufficio di presidenza della Camera che si riunisce domani alle 12 si prepara a dare il via libera alle rate bloccate, che ammontano a più di 45 milioni di euro. Il MoVimento 5 Stelle ha rinunciato a tutti i soldi che gli sarebbero spettati, in questa occasione l’assegno sarebbe stato di cinque milioni e mezzo di euro, soldi dei cittadini italiani che devono restare ai cittadini italiani. Invece il Partito democratico e Forza Italia non aspettano altro che gonfiare i propri portafogli: al partito del Bomba (che pochi mesi fa gonfiando il petto diceva di aver “abolito il finanziamento pubblico”) andranno più di 21 milioni di euro. Alla faccia di chi non prende finanziamento pubblico… Non scherza nemmeno Forza Italia che magari userà gli oltre 14 milioni di euro per pagare parte dei propri debiti. Il ballista Salvini, che vive di politica da vent’anni, continuerà a succhiare i soldi degli italiani prendendosi con la sua Lega Nord 3 milioni e 800mila euro di finanziamento pubblico. Nessuna di queste sanguisughe ripensa al referendum del 1993 con cui gli italiani hanno abolito il finanziamento pubblico ai partiti! Da quel momento a oggi il finanziamento pubblico ha cambiato nome, adesso in teoria parliamo di rimborsi elettorali, che nell’ultimo ventennio ammontano a circa 3 miliardi di euro. Di questi tre miliardi in realtà ne sono stati spesi molto meno, e tanti soldi sono finiti nelle tasche dei politici.
Questo fino all’approvazione dell’ennesima legge che trasforma il finanziamento pubblico senza abolirlo, la fa il governo Letta nel 2013. In realtà fino al 2017 proseguirà senza cambiare forma ma solo diminuendo le cifre. Poi il finanziamento diventerà più discreto ma pur sempre pubblico. Letta però chiedeva ai partiti di certificare i bilanci prima di prendere le rate successive al 2013. Niente da fare neanche su questo: il Parlamento ha infatti approvato la sanatoria in poche settimane, una legge per bypassare un’altra legge! Così con la Boccadutri via libera ai soldi per tutti senza controlli sui bilanci.
E così i partiti si divoreranno tutto, mentre nel nostro Paese ci sono 9 milioni di poveri. Nessuna misura per una famiglia su dieci che secondo l’Istat sta in povertà relativa o assoluta, tante misure e tanti soldi per i partiti che hanno messo sul lastrico questo Paese con leggi criminali nell’ultimo ventennio.
Chi deciderà di sbloccare i soldi ai partiti dovrà metterci la faccia: saranno i componenti dell’ufficio di presidenza della Camera, che – ovviamente – appartengono agli stessi partiti. Hanno un nome e un cognome, dalla presidente Laura Boldrini ai vicepresidenti Marina Sereni, Roberto Giachetti e Simone Baldelli. Passando per i questori Stefano Dambruoso, Paolo Fontanelli e Gregorio Fontana, e per i segretari Anna Rossomando, Margherita Miotto, Ferdinando Adornato, Caterina Pes, Valeria Valente, Manfred Schullian, Davide Caprini, Edmondo Cirielli, Raffaello Vignali, Giovanni Sanga, Gianni Melilla e Roberto Capelli. A lottare contro questo scandalo in prima fila ci saranno i tre portavoce del MoVimento 5 Stelle in ufficio di presidenza: Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino. Sarà una battaglia perché i partiti hanno già prosciugato l’Italia, tolgano le mani dai soldi degli italiani.