La proposta di iniziativa popolare del M5S per un referendum consultivo sull’euro è stata ufficialmente annunciata al Senato nella seduta pomeridiana di ieri, martedì 16 giugno (è l’atto del Senato 1969). Ringraziamo i funzionari del Senato per la rapidità con la quale hanno esaminato gli atti, e speriamo che anche la politica sia altrettanto efficiente di fronte al disegno di legge. L’iter parlamentare prevede ora l’assegnazione del testo di legge in commissione Affari Costituzionali e infine l’approdo nelle aule di Senato e Camera, nelle quali dopo la discussione dovrà essere approvata. Per ogni ramo del Parlamento dovranno esserci due votazioni, perché la proposta di iniziativa popolare andrà ad istituire una tipologia di referendum non prevista dalla Costituzione, la quale dovrà quindi essere temporaneamente integrata come già accaduto nel 1989 (referendum sui poteri costituenti del Parlamento europeo). Alla fine del percorso parlamentare i cittadini italiani potranno finalmente esprimersi su un tema determinante per la politica nazionale.
Non ci sono più scuse. Governo e maggioranza devono scegliere tra i diktat dei burocrati europei e la voce dei cittadini italiani. La sterile trattativa tra il Governo greco e la Troika dimostra una volta di più che dentro l’euro non ci sono margini di manovra per invertire le suicide politiche di austerità. La Grecia è una proiezione del nostro futuro dentro la moneta unica: disoccupazione sempre più alta, povertà dilagante, tagli ai servizi primari ed un estenuante braccio di ferro con l’Europa a trazione finanziaria per ottenere, quando va bene, le briciole, e quando va male nuova austerità.
Considerata quindi l’importanza del tema euro, vigileremo ogni giorno per far sì che i partiti diano rapidamente seguito alle 200 000 firme raccolte in pochi mesi dal M5S. Senza autodeterminazione non c’è democrazia, e la moneta rappresenta una fetta importantissima della sovranità popolare. La parola passi ai cittadini!
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