ASSOLTO PER 4 ASSUNZIONI, SOTTO PROCESSO PER ALTRE 4. M5S DENUNCIA LA VACANZA COL VOLO DI STATO.
Corte dei Conti che va, Corte dei Conti che viene. Solo pochi giorni fa Matteo Renzi informava gli italiani di essere stato assolto dalla magistratura contabile: “La Corte mi aveva condannato a pagare 14mila euro per un atto della Provincia di Firenze. Ho subìto attacchi e sceneggiate del M5S in Parlamento, polemiche violente. Oggi una piccola soddisfazione: l’appello ha annullato la condanna e la verità viene finalmente ristabilita”. La vicenda era questa: nel 2011 Renzi era stato condannato (14mila euro di multa) per un danno erariale quantificato in oltre 2 milioni causato quand’era presidente della Provincia di Firenze. In sostanza aveva assunto 4 persone, sprovviste di laurea, con un contratto (e relativo stipendio più alto) riservato ai laureati . Assolto, dunque. Restano aperti, comunque, altri filoni d’indagine: l’assunzione di 4 direttori generali della Provincia invece dell’unico previsto dalla legge e un procedimento per i compensi assegnati quand’era sindaco di Firenze.
PURTROPPO per Renzi, però, i suoi problemi con la Corte dei Conti non finiscono qui. Da ieri, infatti, il Movimento 5 Stelle ha aperto il fronte “voli di Stato” presentando un articolato esposto – firmato dai deputati Paolo Romano e Luigi Di Maio – alla Procura del Lazio. I fatti sono più o meno noti: alle 17.25 del 30 dicembre l’Airbus A319 dell’Aeronautica militare con a bordo il presidente del Consiglio atterra all’aeroporto di Ciampino, Roma, di ritorno da una visita di Stato in Albania. Alle 18.01 un Falcon 900 – sempre militare – riparte da Roma: atterra a Firenze alle 18.50 e da lì riparte alle 19.29 per atterrare definitivamente ad Aosta alle 20.25 (peraltro l’aeroporto Corrado Gex non potrebbe funzionare dopo il tramonto). Il giorno dopo si saprà che Matteo Renzi e famiglia – appositamente caricata in Toscana – si godono qualche giorno di vacanza sulle nevi di Courmayeur, ospiti del Centro addestramento alpino. Il racconto è confermato – dopo le prime polemiche, che datano alla prima settimana di gennaio – da Palazzo Chigi in una nota: il volo e il resto sono avvenuti “nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza che regolano gli spostamenti del presidente del Consiglio, in linea con quanto avviene per i capi di governo di tutto il mondo”.
Tralasciando come si fa nel resto del mondo, che è materia parecchio variegata, quel che non torna – secondo l’esposto l’uso di un aereo di Stato per andarsene in vacanza con la famiglia (peraltro passandola a prendere con apposito scalo a Firenze).
LA DIRETTIVA del 2011 che regola la materia prevede che l’aereo sia a disposizione delle più alte cariche dello Stato, tra cui il premier, “per attendere più efficacemente allo svolgimento dei compiti istituzionali” e su tratte in cui non “sia presente il trasporto ferroviario”. Pure sulla sicurezza, il Dpcm del 2008 ritiene necessario ci siano “rilevanti ragioni” per concedersi un volo pagato dai cittadini. Infine c’è il problema della presenza della famiglia: chi viaggia sui voli di Stato deve essere almeno “funzionale allo svolgimento della missione”. Adesso bisognerà vedere come la Corte dei Conti valuterà i giorni sugli sci dei Renzi: vacanza o missione?
di Marco Palombi
Il Fatto Quotidiano 12.02.215