Repole: <<Scelte fatte altrove, la comunità deve essere padrona del proprio territorio>>
Dopo il dissequestro dell’elettrodotto c’è cautela in Alta Irpinia. Non commenta il comitato di Sant’Angelo dei Lombardi, che con Angelo Verderosa afferma: <<Siamo in una fase giudiziaria, non ci esprimiamo>>. Il gruppo civico aveva inviato alla Magistratura avellinese diversi esposti, riguardanti presunte irregolarità di ordine paesaggistico-ambientale. L’analisi di Rosanna Repole, sindaco di Sant’Angelo, va oltre: <<La giustizia fa e deve fare il suo corso, in un senso o nell’altro. Non spettano a noi giudizi sull’operato dei magistrati. Tra l’altro aspettiamo di leggere le motivazioni per un discorso più compiuto e un’analisi più serena. Però una riflessione va comunque fatta>>.
<<Ancora una volta – osserva il primo cittadino santagiolese – c’è un grande rammarico perché le decisioni vengono prese altrove. Naturalmente è legittimo, trattandosi di un percorso giudiziario. Ma questa storia sta insegnando che la comunità, fatta di amministratori locali, associazioni, società civile tutta e soprattutto singoli cittadini, deve e dovrà essere padrona del proprio territorio. In altre parole da oggi in poi occorre imparare a dire dei “no” per tutelare l’ambiente e per pensare a uno sviluppo diverso, più aderente alle caratteristiche e alle peculiarità dell’intera area. Spetta a noi, e soltanto a noi, il compito di preservare il territorio. Troppe volte in passato non ci si è mossi insieme. A partire da adesso dobbiamo invertire la rotta>.
Vi a i sigilli dall’elettrodotto Sant’Angelo dei Lombardi –Castelnuovo di Conza. Una decisione che accoglie l’istanza dei legali della società <<Terna>>. Una decisione che può consentire la riapertura del maxi-cantiere (in larga parte l’opera è già completa). Adesso magistrati inquirenti, società interessate e comunità locali attendono di conoscere le motivazioni: quelle che hanno portato il Tribunale del Riesame a rovesciare di fatto le disposizioni della Procura di Avellino, prima, e del Gip poi.
Questa partita appare decisamente più importante rispetto alle ipotesi di reato e alle posizioni dei singoli indagati. Una partita che tuttavia appare molto complessa. Pochi giorni dopo il sequestro dell’impianto (diciotto chilometri e sessanta tralicci) è stata messa sotto sequestro con un provvedimento simile ma separato anche un’area di Castelnuovo di Conza in provincia di Salerno. Qui nasce la sottostazione elettrica. Sigilli un’area di 400 metri quadrati. Francesco Di Geronimo, capogruppo di opposizione a Castelnuovo, è uno che si è sempre opposto all’opera. Cauto pure lui, anche se ritiene la battaglia contro l’elettrodotto ancora aperta: <<In realtà parlare dopo aver letto nel merito la decisione dei giudici del Riesame. Ma allo stato attuale non si può escludere che molti dei rilievi individuati dalla Procura di Avellino siano fondati, con o senza il sequestro. Bisogna aspettare e capire>>. E rispetto al tratto sequestrato nel suo comune: <<Per quanto ne so, i sigilli a Castelnuovo non sono stati tolti. Si tratta della stessa opera, ovviamente. Ma stiamo parlando di due procedimenti separati. Di decisioni di autorità diverse. Come minoranza in consiglio continuiamo a fare il nostro lavoro. Ma adesso spetta alla Magistratura mettere la parola fine su questa vicenda>>. La storia dell’elettrodotto, arrivata anche nelle aule parlamentari, nasce diversi anni fa. Ma l’attenzione si è accesa solo negli ultimi due. L’azione della Procura di Avellino riguarda presente violazioni del codice del paesaggio e ipotesi di falso, specie nell’area protetta di Conza della Campania.
Giulio D’Andrea
Il Mattino di Avellino versione cartacea 07.01.2014