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La banda del buco di Avellino rimborsa pure i pasticcini

Alto-Calore-ServiziL’AZIENDA PUBBLICA IRPINA ARS HA UN DEBITO DI 125 MILIONI MA AL PRESIDENTE DE STEFANO, UOMO DI MANCINO, OFFRE TUTTO.

Chissà se le forbici di Cottarelli sanno che la più importante azienda pubblica della provincia di Avellino, 400 dipendenti e un passivo lievitato da 70 a 125 milioni di euro negli ultimi 11 anni, rimborsa caffè e dolcetti al suo presidente e il telepass dell’auto blu a lui assegnata registra viaggi frequentissimi verso Napoli, dove svolge il suo lavoro privato di dirigente Telecom, o all’uscita Fuorigrotta della Tangenziale napoletana, il quartiere della Facoltà di Ingegneria frequentata dal figlio maggiore. La società è l’Alto Calore Servizi spa (Acs), che gestisce l’erogazione idrica nei 118 comuni irpini e in una ventina della provincia di Benevento.
NE È PRESIDENTE dal luglio 2013 Raffaello De Stefano, un politico Pd ex consigliere comunale di Avellino, vicinissimo a Nicola Mancino e membro dell’associazione “360”, in cui figura il sindaco Paolo Foti, manciniano. Associazione fondata da Enrico Letta e che ha sostenuto alle primarie del Pd campano il lettiano Guglielmo Vaccaro.
Zodiacalmente parlando, De Stefano è uno Scorpione: è nato il 28 ottobre 1964 e guarda caso tra gli scontrini allegati a un rimborso richiesto dalla “Presidenza” di 174,30 euro per “spese di de stefanorappresentanza” (tra i quali molti scontrini da 80 centesimi, un solo caffè), quello più corposo è datato 28 ottobre 2013, quando al bar di fronte agli uffici qualcuno ha consumato 4 caffè normali, 2 caffè corretti e un vassoio di pasticcini, per un totale di 15,60 euro. A malignare si fa peccato e poi si tratta di gocce nel mare delle spese dell’Acs. Spiccioli che rischiano di distrarre l’attenzione dalle spese milionarie per appalti, convenzioni e consulenze dell’azienda irpina gestita con criteri poco manageriali e molto sensibili al mutare degli equilibri politici. Un bubbone che potrebbe scoppiare presto. Ieri due ufficiali di Guardia di Finanza hanno ascoltato per cinque ore il consigliere comunale Pd Gianluca Festa, che nelle scorse settimane ha esibito in aula un pacco di copie di scontrini, tabulati telepass, le ricevute di un pernottamento romano di De Stefano in un albergo a 5 stelle (183,15 euro) per un incontro al ministero delle Infrastrutture (dove siede il sottosegretario beneventano Umberto Del Basso De Caro), e 4 multe per violazioni delle Ztl romane, regolarmente pagate dall’Acs che però non risulta si sia rivalsa col presidente (se la multa invece arriva ai dipendenti che usano le auto di servizio, scattano le trattenute sullo stipendio). De Stefano ha reagito con una querela e nella faida interna il Pd locale si è schierato con lui. Festa si è presentato in Caserma in abito grigio e con un trolley pieno di carte. Finiranno sulla scrivania del pm Maria Luisa Buono, il sostituto della procura guidata da Rosario Cantelmo.

Il passivo Acs nasce dalla scissione del vecchio consorzio “Alto Calore” in due società, Acs e Acp (Alto Calore Patrimonio). La prima doveva occuparsi del servizio, alla seconda veniva affidata la proprietà della rete infrastrutturale. Una duplicazione sostanzialmente inutile e costosa. Acp recentemente è riconfluita nella società principale. Le opere acquedottistiche possono consolidare un bilancio e riaccendere le possibilità di investimento. E di spesa. Peccato che alcuni legali e lo stesso ministero ancora non abbiano chiarito del tutto chi ne sia effettivamente proprietario.

COME OGNI voragine pubblica che si rispetti, anche Acs non è sfuggita alla logica di spese formalmente corrette, ma discutibili. E a un piccolo conflitto d’interesse: l’ente, presieduto da un dirigente Telecom, ha affidato a Telecom i servizi di telefonia. Due anni fa il direttore generale di Acs commissionò al regista Pino Tordiglione un film sulle risorse idriche in Irpinia. Titolo: “Il bacio azzurro”. È costato 250.000 euro ed è stato presentato al festival del cinema di Ariano Irpino. Nel ramo “consulenze”, invece, è un fiorire di appartenenze politiche. L’avvocato ed ex segretario provinciale del Pd Caterina Lengua ha svolto incarichi dal 2010 al 2013, sia sotto la presidenza del Pd Maselli che sotto quella del Pdl D’Ercole. I 9427 euro di parcella sono liquidati ad aprile 2014, in un periodo di difficoltà nel pagare i dipendenti. A giugno l’Acp ha regolato in appena nove giorni di protocollo una fattura di circa 16.000 euro emessa dallo studio legale Antonio Barra. La figlia Caterina Barra è assessore ad Avellino. Nel settembre 2013, con De Stefano appena insediato, ha ricevuto un incarico anche l’avvocato ed ex assessore Pd Elvira Matarazzo, tra i soci di “360”.

di Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano 29.08.2014

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