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Là dove iniziano a fiorire le nomine…

boschi Da cosa si capisce che qualcuno ha davvero avuto accesso al potere? Dal fatto che la sua presenza influenza non solo le cose, ma persino i processi cognitivi di chi la circonda finendo per diventare una sorta di unità di misura. Maria Elena Boschi, per dire, è una donna potente. Non si spiegherebbe altrimenti che tanto scalpore – e più di qualche malignità – circondi la notizia che Pierluigi Boschi, incidentalmente padre della ministro delle Riforme, sia da poco assurto alla vicepresidenza di Banca Etruria, una popolare in quel di Arezzo in serie difficoltà. Il nostro, già dirigente della Coldiretti in Valdarno e presidente dalla Confcooperative Arezzo tra il 2004 e il 2010, era già nel cda della Banca Etruria ed è tra i pochi sopravvissuti alla inchiesta giudiziaria che ha spinto i vertici (indagati) a dimettersi. Insomma, non è che il signor Pierluigi cambi verso, semplicemente sale di un gradino. Niente di che. Pure il povero Alberto Ira-ce, che il sindaco di Roma vuole mettere a capo di Acea, viene accostato al ministro Boschi: va bene i due saranno amici, va bene erano in Publiacqua spa a Firenze – entrambi nominati dall’allora sindaco Renzi – ma è vero che Irace ha anche altre conoscenze in quello che ormai si chiama “il Giglio magico” del premier. Questo per dire che all’ombra dei Boschi si sta bene solo se ti ci porta Matteo.

m.pa
Il Fatto Quotidiano 09.05.2014

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