Gli ecologisti avviano una petizione per la candidatura del sito idrogeologico
I monti Picentini e la Piana del Dragone si candidano a diventare patrimonio dell’Unesco. Il Forum ambientale dell’Appennino, in collaborazione con l’Albero Vagabondo, lancia una petizione popolare.
L’obiettivo dell’iniziativa, diffusa tramite il web ed i social network, consiste nel mettere in sicurezza le aree di ricarica delle sorgenti, ottenere il riconoscimento del sito e soprattutto creare un tavolo tecnico, affinché si possano reperire maggiori risorse per la messa in sicurezza e la salvaguardia del bacino idrico. Il documento, che sta raccogliendo un numero sempre più cospicuo di adesioni, viene validato ed integrato da numerosi
esperti e studiosi delle aree interne, tra cui: Massimo Civita, ordinario di idrogeologia applicata presso il Politecnico di Torino; Franco Ortolani, ordinario di geologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II; Giovanni De Feo, ordinario di ingegneria civile presso l’Università degli Studi di Salerno; Sabino Aquino, idrogeologo; Alessando Iacuelli, scrittore ed Angelo Ceres, avvocato. <<Al centro dell’Irpinia – spiegano i promotori della petizione – si distende il bacino idrico più ampio dell’Appennino meridionale. L’area è tra i polmoni verdi più estesi del bel paese, considerando l’alto tasso di biodiversità. In queste zone è possibile trovare ancora il lupo, l’aquila reale e la lontra gigante. L’Unesco, pertanto, non può ignorare l’importanza idrogeologica della Piana del Dragone e dei Picentini, nonché dell’intero reticolo idrografico irpino, attestando ufficialmente il loro ruolo>>. Nei prossimi giorni, gli ambientalisti, si incontreranno per organizzare una manifestazione di interesse in grado di coinvolgere le associazioni territoriali, i comuni, le comunità montane, il Parco Regionale dei Monti Picentini, le province di Avellino e Salerno, la Regione Campania, il Distretto Idrografico Meridionale, il Ministero dell’Ambiente affinché ci si attivi presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura con lo scopo di ottenere i seguenti riconoscimenti: Sito Patrimonio dell’umanità, Geoparco, Area Mab. Tali attestati potrebbero aiutare gli attivisti a combattere le sempre più diffuse criticità ambientali.
<<Dal problema della Pavoncelli Bis fino agli sversamenti abusivi di rifiuti, l’ambiente può considerarsi a rischio. L’interessamento da parte delle multinazionali dell’oro nero e la non operatività del Parco non aiutano la ripresa di un’area, che senza inquinamento e sfruttata in modo sostenibile, può realmente trasformarsi in vettore di sviluppo>>. Secondo gli attivisti del comitato No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia anche il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale esclude forme di ripresa inversamente proporzionali ai vigenti criteri di sostenibilità.
<<Il via libera da parte del commissario Coppola – dichiarano gli ambientalisti – rafforza la posizione espressa dai volontari. Lo studio, attraverso prescrizioni, vincoli e valutazioni di carattere tecnico, disegna i termini e le prospettive dell’intera politica economica da attuarsi. L’area di Gesualdo, indicata come sito per la realizzazione del primo pozzo esplorativo, viene qualificata come area a trasformabilità orientata allo sviluppo agroalimentare. Dopo il Ptr regionale, anche il piano provinciale esclude la possibilità di trasformazione della zona per finalità industriali e per attività estrattive. All’incompatibilità ambientale si unisce una contestuale incompatibilità di carattere tecnico-amministrativa. Qualsiasi iniziativa portata avanti dal comitato sarà tesa ad implementare la documentazione della Regione Campania. Per tale ragione, continueremo ad approfondire gli studi ed a collaborare con gli studiosi, per convincere la commissione tecnica di Palazzo Santa Lucia a dire no al petrolio>>.
di Edoardo Sirignano
Il Mattino di Avellino 28.02.2014
Firma la petizione
Riconoscimenti UNESCO e bonifica montana per le aree di ricarica delle sorgenti dei Monti Picentini