IN AULA VOTO FINALE SUL DDL COSTITUZIONALE BOCCIATI TUTTI GLI EMENDAMENTI DI 5STELLE E SEL.
Assalto alla Costituzione, fine del primo atto. Oggi pomeriggio la Camera approverà il ddl costituzionale 813, che stravolge l’articolo 138 e prevede un comitato di 42 parlamentari che potranno riscrivere almeno 62 articoli su 139 della Carta. E così la maggioranza pro-riforma, dal trittico di governo Pd, Pdl e Scelta Civica sino a Lega Nord e Fratelli d’Italia, avrà portato a casa la prima lettura del testo. Per chiudere la partita, dovrà nuovamente approvare il ddl in entrambe le Camere. Se andranno di corsa, come fatto in prima battuta, il ddl sarà legge entro fine dicembre. E allora sarà il via libera definitivo alla deroga al 138, con tempi dimezzati per l’approvazione della futura riforma (da tre mesi a 45 giorni d’intervallo tra le due letture alle Camere). IERI, come venerdì scorso, l’aula ha bocciato tutti gli emendamenti di Cinque Stelle e Sel. Sarebbe bastato approvarne uno e il testo sarebbe tornato in Senato, rallentando di un mese la marcia a tappe forzate. Risultato, no a tutte le proposte, nell’emiciclo dove spiccavano le magliette bianche dei deputati di M5S, con impressa la stessa scritta dello striscione srotolato venerdì sul tetto di Montecitorio: “La Costituzione è di tutti”. Nella tagliola del voto sono caduti anche gli emendamenti di M5S e Sel che chiedevano la diretta web per i lavori del comitato dei 42. Sul punto, il renziano Roberto Giachetti aveva sollecitato una “soluzione politica”, che spiega così: “L‘idea della diretta era condivisibile, così come l’esigenza della maggioranza di non rallentare i tempi. Così ho chiesto di ritirare gli emendamenti per sostituirli con un ordine del giorno condiviso”. Ovvero, con un testo che rappresentasse un impegno non vincolante per il Governo. Per discuterne si è riunito il comitato dei nove, l’organo della commissione competente (in questo caso, quella degli Affari Costituzionali) che esamina preventivamente gli emendamenti. Ma la quadra non si è trovata. “Gli ordini del giorno sono solo una presa in giro, non possiamo fidarci di questo governo” riassume Riccardo Fracasso (M5S). Mentre Nazzareno Pilozzi (Sel) osserva: “Approvando l’emendamento avrebbero rasserenato il clima, ma vanno avanti sempre a colpi di maggioranza”.Intervento di Rocco Buttiglione (SC) contro “l’onorevole Grillo”, a suo dire reo di “voler mantenere in vita il Porcellum”. Pioggia di repliche da Cinque Stelle, tra cui quella di Giuseppe D’Ambrosio: “Buttiglione ha votato contro la mozione Giachetti sulla riforma elettorale (il testo prevedeva il ritorno al Mattarellum, ndr), comunque mi fa piacere che si dia a Grillo dell’onorevole…”. In serata, tweet di Roberta Lombardi: “Tutti gli emendamenti respinti senza dibattito nel merito. Era meglio rimanere sul tetto che partecipare a questa farsa”. Oggi, voto finale.
di Luca De Carolis
Il Fatto Quotidiano 10.09.2013