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Indagato per 740 euro così si dimise l’ex presidente tedesco

WulffCHRISTIAN WULFF NEL 2012 LASCIÒ DOPO LE POLEMICHE SU ALCUNI FAVORI RICEVUTI DA UN IMPRENDITORE HA RINUNCIATO AL PATTEGGIAMENTO, ORA VA A PROCESSO.

 
 Settecentoquarantatré euro e quaranta centesimi. Una miseria. Un importo ridicolo per i parametri italiani degli ultimi vent’anni. È la somma dei benefici per i quali Christian Wulff, il più giovane ex presidente della Repubblica che la Germania abbia mai avuto (classe 1959), andrà a processo a partire dal prossimo primo novembre. Wulff si era dimesso nel febbraio del 2012 dopo essere stato investito da una bufera mediatica. Era finito al centro di inchieste giornalistiche che ne avevano svelato amicizie compromettenti grazie alle quali avrebbe ottenuto favori, teoricamente ricambiati. Un mutuo a tasso contenuto per l’acquisto della casa (che agli onorevoli italiani è garantito per legge), una riduzione speciale sull’acquisto dell’automobile e una serie di altre concessioni irrisorie anche solo rispetto alla casa vista Colosseo che qualcuno aveva pagato “a sua insaputa” all’ex ministro Scajola.
Silenzi imbarazzanti, spiegazioni lacunose, dichiarazioni poco convincenti e, soprattutto, una almeno incauta e minacciosa telefonata al direttore della Bild Zeitung (registratasullasegreteriatelefonica), avevano attirato su Wulff sospetti e illazioni. Dopo mesi di indiscrezioni, la Procura di Hannover aveva anticipato l’intenzione di chiedere al Bundestag la revoca dell’immunità del presidente. Il giorno dopo erano arrivate le sue dimissioni con un discorso di una manciata di minuti. Wulff era stato poi lasciato dalla seconda moglie Bettina ed era rimasto per mesi nell’occhio del ciclone per via della sua rendita, quasi 200.000 euro l’anno.    LO SCORSO APRILE era tornato alla ribalta. Nonostante l’ipotesi di un non meglio precisato “complotto mediatico” (ordito da non si sa bene chi) richiamato dai suoi sostenitori, Wulff e i suoi legali avevano rifiutato il patteggiamento di 20.000 euro che avrebbe fatto chiudere il caso. L’ex presidente ha deciso di difendersi in Tribunale (e non dal Tribunale). Nel corso dei mesi, una sola ipotesi di reato è sopravvissuta al vaglio dagli inquirenti. Anche l’ultima accusa, quella di corruzione (una definizione generica per i parametri tedeschi), è stata derubricata ad “accettazione di benefici indebiti” e la pena massima è passata da 5 a 3 anni. In ballo ci sono meno di 750 euro, di favori, che Wulff avrebbe ricevuto dal produttore cinematografico David Groenewold in occasione dellasuapartecipazioneall’Oktoberfest del 2008. Fra i quali un “contributo” di 400 euro per una stanza d’albergo migliore, di 110 per una babysitter e una cena da 103,9 euro. Wulff, che all’epoca era “solo” presidente del Land della Bassa Sassonia, sarebbe successivamente intervenuto per agevolare la concessione di un finanziamento da parte della Siemensalproduttore.AncheGroenewold ha respinto ogni accusa. In Germania i cittadini hanno la memoria lunga, aiutati dagli organidiinformazioneedalservizio pubblico, quello vero. L’eccessiva vicinanza di Wulff al gotha degli affari e il solo sospetto di aver intrattenuto relazioni “pericolose” è stato più che sufficiente per mettere fine alla carriera politica. Anche brillante. Ne sa qualcosa il dimissionario ministro Zu Guttenberg,cuièstatocontestatoilplagio della tesi di dottorato. O la ministra Schavan, alle prese con una tesi copiata (anche se la vicenda è più controversa rispetto a quella del collega di partito) e indotta a lasciare l’esecutivo. La Germania ha quasi “ripudiato” Helmut Kohl, l’artefice della Riunificazione tedesca, invischiato in una storia di finanziamenti illeciti al partito e una consulenza per un imprenditore televisivo: l’ex cancelliere viene ricordato a fatica anche nelle occasioni pubbliche. Coerenza, trasparenza e moralità cristallina sono caratteristiche tutt’altro che sopravvalutate. Anzi, sono ancora il fondamento della politica. Peer Steinbrück, il candidato della coalizione rosso-verde che il 22 settembre aspira a sfrattare Angela Merkel dal suo ufficio di Berlino, sconta pesantemente nei sondaggi il fatto di aver fatto parte del governo di Grande Coalizione (presieduto dalla stessa Merkel) e di non essere stato troppo disponibile nella diffusione dei suoi guadagni.INDIPENDENTEMENTE dall’esistenza o dall’accertamento del reato, un politico tedesco deve tenere atteggiamenti al di sopra di ogni sospetto. Forse la Germania non è migliore come sembra, ma certamente fa di tutto almeno per sembrarlo. Sicuramente in politica, dove la sola idea che un inquisito possa sedere al Bundestag non viene nemmeno presa in considerazione, figurarsi un condannato. E, infatti, per Wulff, a questo punto è solo una questione di onore.
di Mattia Eccheli
Il Fatto Quotidiano 30.08.2013

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