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BASILICATA, INCUBO NUCLEARE LE BARRE SPOSTATE DI NOTTE

Scorie nucleariDAL CENTRO ITREC DI ROTONDELLA È USCITO UN CAMION COL SIMBOLO CHE AVVERTIVA DEL PERICOLO RADIOATTIVO DIRETTO A GIOIA DEL COLLE.

Ritorna l’incubo nucleare in Basilicata. Nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle 3 del mattino, dal centro Itrec di Rotondella è uscito un tir con le insegne che evidenziano il trasporto di materiale radioattivo, superscortato da 300 agenti tra carabinieri, poliziotti e fiamme gialle. Un convoglio lunghissimo che ha bloccato per ore la statale 106 formato anche da mezzi dei vigili del fuoco. La destinazione, secondo voci e testimonianze raccolte sul posto, sarebbe stata quella dell’aeroporto di Gioia del Colle, in Puglia. Di cosa si tratti è difficile saperlo. Ma nella regione che da anni ospita depositi di materiale nucleare, l’attenzione e la vigilanza su questi temi è altissima. Nel novembre del 2003 tutta la Basilicata si mobilitò per giorni contro l’ipotesi di trasformare le miniere di salgemma di Scanzano Jonico in una sorta di “tomba” naturale per 800mila metri cubi di scorie radioattive. Blocchi stradali e proteste che si conclusero con una manifestazione da Policoro a Scanzano con oltre centomila persone. Cosa trasportava quel tir superblindato, e perché la destinazione era l’aeroporto militare di Gioia del Colle? Sono le domande poste al governo e ai ministri responsabili che non hanno ancora trovato risposte. L’allarme resta e diventa, se possibile, ancora più forte. Perché nel centro Itrec della Sogin, all’interno del centro di ricerca Enea di Rotondella, sono contenuti materiali radioattivi di II e III categoria.
LA TERZA CATEGORIA è il livello più pericoloso da gestire sia per lo stoccaggio, sia in caso di contaminazione per fuoriuscita di materiale radioattivo ed è riferito alla presenza delle 84 barre di uranio-torio che negli anni tra il 1969 e il 1971, in virtù di un accordo mai ratificato dal Parlamento italiano, giunsero dagli Stati Uniti d’America. Le barre provenivano dalla centrale Elk River, nel Minnesota, con un contratto di lavorazione per il riprocessamento, il recupero , del combustibile. Venti di queste barre furono realmente riprocessate, mentre le restanti 64 sono contenute in una piscina all’interno dell’Itrec e raffreddate con acqua. “I ministri della Difesa e dell’Interno – dice il portavoce al Senato del Movimento Cinquestelle, Vito Petrocelli – devono dare risposte immediate al territorio e ai cittadini e non ci sarà segretomilitare che tenga perché la gente ha il diritto di sapere cosa accade nel luogo dove vive, per esercitare il diritto all’essere informati, ma anche per potersi regolare e difendere di conseguenza. Ai ministri chiederemo anche cosa è stato spostato da Rotondella e dove e come è stato trasferito, perché se sono state spostate le barre di Elk River devono aver obbligatoriamente usato i cask, contenitori specifici per materiale di terza categoria. E chiederemo, se sono state spostate in tutta fretta le barre di Elk River, che queste non tornino più in Basilicata”.
ANCHE il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, si dice allarmato: “Il senso dello Stato – commenta De Filippo – mi spinge a credere che se le notizie dovessero trovare effettivo compimento il ministero dell’Interno e della Difesa avranno avuto i loro buoni motivi per agire e chiediamo che ce le spieghino in tempi rapidissimi”. Insiste il senatore cinquestelle Vito Petrocelli.
“Qualunque cosa sia stata spostata dal centro Itrec di Rotondella, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa e i tecnici della Sogin, la SpA pubblica che gestisce il nucleare in Italia, hanno dimostrato approssimazione dilettantistica da far paura, data la pericolosità di queste sostanze radioattive”. Ma la domanda più inquietante riguarda la destinazione, l’aeroporto di Gioia del Colle. Qui, si chiede Petrocelli “gli americani hanno forse un sito di stoccaggio di sostanze nucleari? Oppure i due ministri della difesa e degli interni hanno superficialmente autorizzato un viaggio in aereo di materiale altamente radioattivo, col rischio in caso di incidente, di una catastrofe senza precedenti? Ci aspettiamo risposte rapide e concrete, sempre che anche questa storia non sia stata attuata tutta all’insaputa dell’ignaro ministro Alfano”.
di Enrico Fierro
Il Fatto Quotidiano 30.07.2013

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