La cosa pubblica è una cosa seria! Sembrerebbe uno slogan ad effetto (per alcuni), ma è soltanto un grido disperato di cui non avremmo pensato ci fosse mai stato bisogno e che oggi va necessariamente ripetuto allo sfinimento. Sì, perché l’impegno civico che da una candidatura a sindaco e addirittura dalla successiva elezione scaturisce, dev’essere qualcosa di molto serio, che non può fermarsi – e non dovrebbe mai farlo – ad atteggiamenti improvvisati.
Fare il sindaco è una cosa seria e comporta una decisa maturità politica. Il sindaco uscente Pasquale Farina ha invece giocato con la politica senza averne imparato mai la deontologia, le regole e il rispetto. Per la politica, ovviamente, ma anche per il proprio impegno e per i cittadini. L’assenza costante e perpetua, l’incapacità di riconoscersi come sindaco di tutti e non come capolista di uno schieramento, riferimento di un logo, di un simbolo, guardacaso ancora attaccato alla propria auto, rimasto lì, ben in vista, per 5 anni; la banale capacità di accettare le critiche a cui ogni ruolo pubblico è assolutamente esposto. Niente, nemmeno quella.
Un sindaco non è il padrone del proprio paese, ma è il rappresentante di tutti i cittadini. Il primo in ordine di rappresentanza, ma l’ultimo in ordine di decisioni. Un sindaco rappresenta il volere di ognuno di noi ed esercita i propri poteri per rendere la propria comunità felice, coesa e ricca. Non solo di denaro, si intende. Ognuno di noi si chiama popolo e questo popolo non è un gregge.
E’ per questo che Caposele ha necessariamente bisogno di cambiare, è per questo che Caposele ha bisogno di nuovi, rinnovati modi di fare.