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RIMBORSI: GRILLO RINUNCIA A DIECI MILIONI, E GLI ALTRI?

movimento-5-stelle-300x300I PRIMI CONTEGGI DELLA CAMERA SUI FINANZIAMENTI PUBBLICI RENZI: “EDILIZIA POPOLARE CON I SOLDI DI TUTTI I PARTITI”
Oltre dieci milioni di euro l’anno. Sono queste le stime del finanziamento    pubblico che spettano al Movimento 5 stelle dopo la tornata elettorale nazionale e regionale. Soldi ai quali Beppe Grillo ha annunciato più volte di voler rinunciare.    Il Fatto Quotidiano è venuto in possesso dei primi conteggi della Camera dei deputati, raccolti dall’onorevole Francesco Barbato. Una torta di 91 milioni l’anno, già pronta per essere spartita. Ma se nessuno li richiedesse, cosa potremmo fare con questi soldi? Se l’è domandato ieri, con un guizzo da leader in pectore, Matteo Renzi. “Tutti i partiti rinuncino al finanziamento pubblico   da subito, da queste elezioni, e mettano i soldi in un fondo per l’edilizia pubblica e le case popolari per le dieci principali città italiane”. Renzi, che aveva già usato questa proposta in campagna elettorale, è saltato al volo sul carro dei temi del vincitore, quelli proposti dal Movimento 5 stelle che hanno convinto più di un quarto degli elettori italiani. Così come Pier Luigi Bersani, nei suoi punti da condividere con una fu-tura maggioranza. “Io lo sostengo da sempre – dice il deputato Idv Francesco Barbato, anello di congiunzione tra il vecchio Parlamento e i nuovi eletti grillini – sono andato negli uffici competenti del Parlamento per capire quanti soldi finiscono nelle tasche dei partiti anche quest’anno. E non ci sono solo i rimborsi elettorali. I gruppi parlamentari della   Camera costeranno 35 milioni e 546 mila euro, quasi 900 mila euro in più dell’anno scorso. AssiemealSenatoarriverannoa60milioni”.    ANCORA da chiarire, per una divergenza di opinioni tra gli uffici di Camera e Senato, se i soldi dei rinunciatari verranno divisi tra   gli altri o accantonati. In pratica, in una legislatura 450 milioni se ne vanno in rimborsi elettorali e 300 in finanziamento ai gruppi parlamentari. “A luglio – continua Barbato, quando gli italiani dovranno pagare l’Imu, la nuova tassa sull’immondizia (Tarsu), e ci sarà l’aumento dell’Iva, i partiti si faranno questo regalino, a cui   va sommato quello del Senato e i rimborsi regionali”. A Palazzo Madama i conteggi non sono ancora pronti, ma le cifre non cambieranno di molto rispetto a quelle di Montecitorio. Dove al Pd vengono assegnati 4 milioni e 300 mila euro (ogni anno se la legislatura va avanti), al Movimento 5 stelle 4 milioni e 320 mila, al Pdl 3 milioni e 600 mila, a Monti 1milionee400mila,allaLega700 mila, a Sel 545 mila, A Fratelli d’Italia 335.000, all’Udc 305.000, a Centro democratico 82 mila, all’Svp 74 mila euro. (Ci sono partiti che hanno ottenuto percentuali più alte, ma non hanno diritto ai rimborsi perché non hanno eletto nessun parlamentare). A questi devono ancora essere aggiunti circa 250 mila euro da ripartire secondo le percentuali raccolte all’estero, poi i rimborsi   per le regionali. Soldi che, come haribaditopiùvolteiltesorieredel Partito democratico, Antonio Misiani, “servono per tenere in piediilpartito,altrimentichiudiamo”. Eppure secondo Barbato “fare politica senza fondi è possibile”. Ma come si fa, scusi? Anche leihasubitounadenunciafinitain televisione da parte di un’ex collaboratrice assunta senza contratto: se si tagliano gli stipendi dei parlamentari, i rimborsi elettorali e i finanziamenti ai gruppi, come si paga l’attività politico-parlamentare?“Devono tornare a farla i politici, sono pagati per quello – conclude il parlamentare Idv – tagliare i soldi ai parlamentari non comporta un risparmio sensibile come eliminare rimborsi e finanziamenti ai gruppi. I manager dello Stato devono essere pagati come tali, ma per produrre”.

di Caterina Perniconi
Il Fatto Quotidiano 03.03.2013

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