Due anni di “lavoro” (più corretto dire servizio sociale) all’interno delle istituzioni sono stati incredibili.
Da quando siedo tra i dorati scranni di Montecitorio ho imparato a capire che le regole sono fatte per essere violate ad uso e consumo della maggioranza, che le figure che dovrebbero essere imparziali e tutelare tutti, si schierano inevitabilmente con i forti, che le parole hanno peso diverso in base a chi le pronuncia e così anche le azioni.
Nella mia mente la canzone “bella ciao” rievoca ormai paura, ansia, angoscia, amarezza, frustrazione e senso di sconfitta, la canzone dei partigiani è diventata l’inno dello strapotere del partito della nazione. Inno alla violenza.
Jobs act, bella ciao
7,5 miliardi alle banche, bella ciao
sedute fiume sulle riforme costituzionali, bella ciao
buona scuola senza dialogo, bella ciao
fiducia sulla legge elettorale, bella ciao
https://www.youtube.com/watch?v=RVOkHMPP0wA
Il mondo alla rovescia, un mondo dove l’autodichia è legge, dove i processi sommari vanno di moda, un luogo di potere autoreferenziale, un mondo fuori dal mondo, fuori da tutto, lontano dai cittadini. Isolati ci ribelliamo.
Ci processano. Ci espellono. Ci insultano. Ci picchiano…
Questa settimana sono stata convocata in rappresentanza di più di 60 cittadini di cui vado fiera per aver detto “onestà” con loro durante le riforme costituzionali. Processo senza appello e per direttissima. Mercoledì la sentenza.
Pestaggi, insulti sessisti e aggressioni di ogni genere scaturiti dalla provocazione di questa pericolosa parola. I tafferugli hanno coinvolto il Pd ma per aver causato stress a questi simpatici violenti verremo puniti noi che eravamo immobili sul nostro scranno, a fare il nostro dovere civilmente.
La civiltà li manda in bestia…
Noi non molliamo, non si arretra di un millimetro.
Buon primo Maggio, sopprattutto a chi un lavoro non ce l’ha (per colpa di questa gente).
Fabiana Dadone