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Casta – Spreconi del Lazio, tutti candidati

I consiglieri regionali saliti alle cronache nei mesi scorsi per i viaggi di favore e le note spese in enoteca sono stati rimessi in lista dai partiti come se niente fosse. Solo uno si è ritirato, ma ha piazzato il figlio.

Li avevamo lasciati travolti dagli scandali e al minimo della credibilità. Dopo appena qualche mesi li ritroviamo sorridenti, pronti per nuove ‘scorribande’. Qualcuno addirittura promosso. Nell’eterno ritorno dell’uguale della politica italiana, non c’è clamore mediatico che tenga. E appena passata la tempesta, ci si accorge che il repulisti annunciato sull’onda del caso Fiorito non pare aver prodotto alcuna reale trasformazione.

Lo scorso ottobre, ad esempio, l’Espresso ha pubblicato il rendiconto delle decine di viaggi pseudo-istituzionali effettuati all’estero dai consiglieri regionali del Lazio: 39 missioni al limite della vacanza autorizzate in appena un paio d’anni, molte delle quali a carico delle casse pubbliche. Ebbene, che fine hanno fatto i responsabili di quegli sperperi? Quasi tutti di nuovo in pista, verso nuove esaltanti avventure.

A cominciare proprio da Renata Polverini, la governatrice giramondo che da sola ha inanellato una dozzina di viaggi di discutibile utilità, dalle collaborazioni con l’Fbi ai pellegrinaggi a Lourdes. Terza in lista dietro Angelino Alfano e Fabrizio Cicchitto nel collegio Lazio 1, fra un mese l’ex presidente sarà eletta deputata della Repubblica.

Non se la passerà male nemmeno il vicepresidente uscente del Consiglio, Raffaele D’Ambrosio, che si fece autorizzare una memorabile missione di dieci giorni in Indonesia in occasione del compleanno del sultano di Ternate. L’Udc lo ha scaricato ma lui non si è scoraggiato e ha bussato alle porte di Gianfranco Miccichè portando in dote il suo pacchetto di voti. Risultato: capolista di Grande Sud alle prossime regionali, con ottime possibilità di rielezione.

Non si è perso d’animo nemmeno Maurizio Perazzolo (lista Polverini), autore di memorabili viaggi fra gli emigrati di Canada, Uruguay e Argentina pagati dall’assessorato alla Famiglia: fulminato dai Moderati in rivoluzione (Mir) di Giampiero Samorì, alleato di Storace, è divenuto coordinatore regionale del movimento ed è stato candidato pure lui come capolista.

Promosso invece Aldo Forte (Udc), assessore alla Famiglia uscente e inseparabile di Perazzolo nelle missioni transoceaniche in Sud America: dopo la gavetta alla Pisana, Pier Ferdinando Casini lo ha voluto secondo in lista dietro il segretario Lorenza Cesa nel collegio della Camera Lazio 2. Il che vuol dire elezione quasi certa.

Ha invece fatto un passo indietro il globetrotter Gilberto Casciani (lista Polverini), protagonista di una serie di performance irresistibili: due settimane a Santo Domingo, una in Cina, tre giorni a New York e due a Bruxelles, solo per citare le tappe più significative del suo impegno internazionale. Al suo posto in Regione, con la lista civica di Storace, correrà il figlio Alessandro, già consigliere in XVIII Municipio (Aurelio-Boccea) e fedele seguace delle scelte politiche del babbo: eletto pure lui con l’Italia dei valori, nel 2009, nelle stesse ore in cui il padre cambiava casacca in Aula Giulio Cesare, il giovane Casciani è passato col Pdl, diventandone in breve capogruppo. Ancora incerto, invece, il destino politico dell’altra figlia, Eleonora, che nel 2008 provò senza successo a essere eletta in XV Municipio (Portuense), sempre con l’Idv.

Se sarà eletto, Casciani junior alla Pisana troverà quasi certamente Mario Abbruzzese, l’ex presidente del Consiglio, fra i principali responsabili dell’aumento delle spese e dei contributi ai gruppi consiliari all’astronomica cifra di 14 milioni l’anno. Quale ras di Frosinone in grado di controllare migliaia di voti in Ciociaria, il Pdl ha ritenuto impossibile rinunciare al suo contributo in un momento tanto difficile.

In volo verso altri lidi è al contrario Francesco Battistoni. L’ex capogruppo Pdl, protagonista dello scontro con Franco Fiorito, è stato premiato con una candidato alla Camera nel collegio Lazio 2. In realtà nemmeno Battistoni, passato per moralizzatore dopo l’arresto del rivale, pare esente da qualche macchia. Per dire, solo per il capitolo relativo ai viaggi, quale presidente della commissione Agricoltura si fece per mandare a Bruxelles, alla Fiera del cavallo di Verona e al Salone del gusto di Torino. Viaggio, quest’ultimo, dove sarebbe stato accompagnato perfino dall’amante, ha fatto mettere a verbale Fiorito.

Paolo Fantauzzi
l’Espresso 28 gennaio 2013

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