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“Acqua, il problema è la Pavoncelli”

Caposele - Galleria Pavoncelli BisContinua la battaglia del “Comitato Tutela del Fiume Calore” .“Diciamo no ad un’opera che non tutela il flusso minimo”.

Continuano la battaglia del “Comitato Tutela Fiume Calore”. Nell’ultimo meetup di Avellino che si è riunito sabato scorso presso la sala incontri della Bcc, Vito Carbone ha rilanciato l’impegno per salvare il fiume. <<L’obiettivo non è solo garantire il minimo deflusso vitale del nostro fiume, cioè la minima portata d’acqua che garantisca la salvaguardia dell’ecosistema fluviale e, di conseguenza, la sopravvivenza di tutte quelle attività che nel corso del tempo si sono sviluppate lungo le sue rive (agricoltura e pesca sportiva su tutte). Il problema più serio – continua – riguarda direttamente l’approviggionamento idropotabile della provincia di Avellino, che da tempo cede la maggior parte delle sue acque per l’alimentazione idrica di parte della Puglia (gruppi sorgivi di Cassano Irpino e Caposele) e di parte della città di Napoli (sorgenti di Serino). Il Comitato sostiene la necessità di tutta una Fiume Caloreriprogrammazione e revisione delle concessioni idriche tuttora esistenti, ostacolando ulteriori prelievi massicci da parte dell’Acquedotto Pugliese, che in un prossimo futuro saranno agevolati dalla realizzazione della galleria Pavoncelli bis, al fine di garantire ai territori irpini una quantità d’acqua per uso potabile ed irriguo sufficiente a soddisfare il fabbisogno della popolazione residente e che possa scongiurare l’impoverimento delle nostre riserve d’acqua, il decadimento della sua qualità e il continuo lievitare dei costi di prelievo di questo bene primario, che si traduce negli importi esorbitanti delle nostre bollette. Come è evidente – aggiunge ancora Carbone  – le due questioni, quella dell’approvvigionamento idrico e quella della salute del nostro fiume, sono strettamente collegate ed è per questo che abbiamo espresso la nostra più assoluta contrarietà alla realizzazione della Pavoncelli bis. Stiamo parlando di una galleria idraulica da realizzare in parallelo (perciò bis) alla già La talpa nella Gallaria Pavoncelli bisesistente galleria Pavoncelli, costruita ai primi del ‘900, che raccoglie le acque della sorgente Sanità di Caposele e delle sorgenti del Calore a Cassano I. e le trasferisce per gravità in Puglia, cioè a costo zero. Una galleria che nel suo sviluppo di oltre 10 km avrà un costo ambientale altissimo poiché attraversa formazioni geologiche molto particolari e variegate e che potrebbe alterare in modo serio il delicato equilibrio idrogeologico del M.te Cervialto; già in passato sono sorti “intoppi” che hanno comportato la sospensione dei lavori come quando nel 1992 per l’allagamento della galleria stessa, oppure in questi ultimi giorni in cui i lavori sono sospesi perché è stata riscontrata la presenza di gas.
Oggi, invece di procedere alla riparazione della vecchia galleria come suggerito da più parti, con un investimento stimato di circa 130 mil. di euro si è ripreso a costruire una nuova galleria che avrà una portata utile pari a 10 mc/sec., chiaramente sovradimensionata rispetto sia al prelievo attuale pari 4,5 mc/sec. che alla portata nominale pari a 6 mc/sec. Evidentemente tutto ciò nasconde il malcelato intento di arraffare quanto più acqua possibile, intenzione peraltro manifestata dall’AQP (già EAAP) già negli anni ’50 con l’idea di realizzare una seconda galleria al fine di poter “trasportare le acque disponibili provenienti da Caposele e Cassano senza essere costretti a sfiorare per mancanza di capacità adduttiva”, il che significa accaparrarsi tutta l’acqua disponibile alle sorgenti senza minimamente preoccuparsi di rispettare il deflusso minimo vitale dei fiumi Sele e Calore>>.
<<In tutto ciò va sottolineato che mentre l’AQP preleva l’acqua a costo zero, l’approvvigionamento idrico per l’Irpinia e parte del Sannio avviene attraverso l’emungimento da pozzi, cosa che comporta notevoli costi di realizzazione e gestione (manutenzione, energia elettrica) e che è una delle cause della disastrosa situazione finanziaria della società Alto Calore. Questo mentre  le curve di deflusso delle sorgenti indicano chiaramente che stiamo sovra sfruttando l’acquifero, cioè preleviamo più acqua di quella disponibile, e diventano sempre più frequenti e preoccupanti i casi di inquinamento delle falde, non ultimi i casi di Solofra e Montoro. Noi come cittadini non chiediamo altro che il rispetto della legge, nello specifico dell’art. 164 del Codice Ambientale L. 152/06 che obbliga la pianificazione dell’uso delle acque per salvaguardare qualità e potenzialità della risorsa e consentire un consumo idrico sostenibile>>.

Redazione
Il Quotidiano del Sud versione cartacea 08.12.2014

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