Il grosso dei commenti sull’incontro Pd-M5s di oggi è di nuovo sul “chi ha vinto”, come se fossimo ancora in campagna elettorale. In realtà in gioco c’era (e forse c’è) una posta più importante di una vittoria alle urne: le regole comuni, l’impianto del sistema di rappresentanza democratico in questo Paese.
In questo senso, almeno in apparenza ha vinto il buon senso: cioè la chance di ridiscutere i listini bloccati previsti dall’Italicum, che fanno schifo per una serie di ragioni ormai note ai più.
Almeno in apparenza, dico: perché tra le condizioni poste da Renzi per proseguire il dialogo in questa direzione ce ne sono alcune del tutto ragionevoli (ad esempio, il ballottaggio o più in generale un sistema che non porti a compromessi postelettorali tra forze che alle elezioni si erano presentate come avversarie) e altre che mi inducono a essere meno ottimista, come «la condivisione da parte del M5S del percorso di riforma costituzionale», cioè la pessima legge sul Senato su cui il Pd ha già raggiunto e forse blindato un accordo con Berlusconi.
Ecco, per dirla pochissimo in politichese: non vorrei che quest’ultima condizione si rivelasse una cosa tipo “o voi votate la riforma del Senato già patteggiata con Forza Italia oppure l’Italicum resta quello che è”, cioè con i listini bloccati (e le candidature multiple, e l’abnorme soglia di sbarramento).
Perché se così fosse, la disponibilità di Renzi a ridiscutere l’Italicum sarebbe solo una finta, una presa per i fondelli: sapendo bene che il M5s non potrà mai votare mai la riforma del Senato così come è stata scritta e accordata con Berlusconi, si è pronti a prendere questo rifiuto come appiglio e alibi per blindare anche l’Italicum.
Certo, il mio è un retropensiero, forse fin troppo sospettoso.
Tuttavia c’è un sillogismo che mi sembra difficile da smentire: prima premessa, come si è detto, Renzi ha bisogno di Berlusconi per fare passare la sua riforma del Senato; seconda premessa, Berlusconi non vuole rinunciare per nessuna ragione al listino bloccato per la Camera; conclusione: se ora Renzi mette in discussione i listini bloccati, rischia così di far saltare anche l’accordo Pd-Fi sul Senato, a cui come noto il premier tiene moltissimo.
Ecco perché temo che l’apertura di Renzi sull’Italicum sia un bluff: e che in realtà continuerà sulla strada di un accordo con Berlusconi anche per quanto riguarda la Camera.
Inutile aggiungere che spero molto fortemente di sbagliarmi.
di Alessandro Gilioli