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E “l’offerta” di Beppe divide i Verdi

frassoniPrima devono chiarire la loro posizione con Fa-rage, poi eventualmente potremmo discutere”. È decisa, ma non chiude totalmente la porta a Grillo e ai 5 Stelle Monica Frassoni, presidente dei Verdi europei. Al Fatto, Frassoni afferma: “Da giorni veniamo attaccati, Grillo sembra avere già scelto la sua collocazione”. E poi “con noi gli accordi si fanno sul programma, perché i Verdi prendono decisioni a maggioranza (ovvero non lasciano libertà di voto in aula al contrario di quanto accade nel gruppo di Farage, ndr)”. Ma non nega che in futuro si potrebbero trovare convergenze “con gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle interessati a collaborare con noi su tematiche ambientaliste”. In realtà i Verdi sono divisi. Ostile al dialogo con i 5 Stelle è la componente tedesca, attualmente ben rappresentata dalla presidente uscente del gruppo parlamentare Rebecca Harms e dalla candidata alla presidenza della Commissione Ska Keller.
Sul fronte opposto, i delegati francesi guidati da José Bové sembrano molto più possibilisti. Persino il “no” arrivato in risposta alla richiesta di dialogo di Grillo dalla segretaria generale del gruppo parlamentare Vula Tsetsi si presta a letture non univoche. “Secondo le nostre informazioni”, ha farage_non_e_razzistascritto Tsetsi “l’accordo tra l’M5S e Nigel Farage è ormai nella sua fase conclusiva”. Motivo per cui l’offerta di dialogo è valutata come “semplice copertura di una decisione ormai presa”. Una dimostrazione evidente del rifiuto dei Verdi, secondo il responsabile della comunicazione 5 Stelle Claudio Messora. Eppure l’email inviata della segreteria generale dei Verdi è frutto della precedente riunione del cosiddetto “gruppo di contatto” incaricato dei negoziati per la formazione del gruppo parlamentare. Del gruppo fanno parte sia gli eurodeputati che esponenti del partito tra cui – unica italiana – la presidente del partito europeo Frassoni. Durante l’incontro si è accesa una discussione, ed è emersa una posizione di compromesso: se e finché Grillo tratta con Fa-rage o con altri (Cameron? Tsipras? Fino alla costituzione di un gruppo parlamentare le ipotesi sono ancora sul campo), i Verdi non possono che dire no. Se invece per qualche motivo quel dialogo si interrompe, lo scenario può cambiare.

IL PUNTO è proprio questo: perché l’accordo “quasi fatto” con il leader inglese si dovrebbe interrompere? Nell’ipotesi di una bocciatura da parte della rete dell’alleanza con l’Uk Independence Party, Grillo tornerebbe probabilmente a negoziare la sua collocazione europea con i Verdi. Si rivolgerebbe proprio al gruppo di contatto, ovvero formalmente alla presidente uscente del gruppo parlamentare, l’eurodeputata tedesca Rebecca Harms, e poi a Frassoni, che si occupa dei Paesi del Sud Europa (quindi ovviamente anche dell’Italia). Ma soprattutto, al momento non è ancora sicuro che Farage riesca a mantenere in vita il proprio gruppo parlamentare, dopo le defezioni della Lega verso Le Pen, e dei Veri Finlandesi e Popolari danesi verso il gruppo dei Conservatori e Riformisti di Cameron (l’Ecr).

di Andrea Valdambrini
Il Fatto Quotidiano 06.06.2014

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