Un robot zapperà la nostra terra. Quella che appare oggi come una provocazione (o utopia, a seconda dei punti di vista) potrebbe essere presto una realtà con cui confrontarsi: i trattori senza conducente ottimizzeranno i percorsi di arature e semine grazie al GPS, i robot estirperanno le erbacce e raccoglieranno selettivamente frutti e ortaggi man mano che arrivano a maturazione, droni con sensori intelligenti rileveranno le patologie sulle piante prima che si manifestino in forma evidente all’occhio umano, diremo addio alle irrigazioni selvagge di pesticidi e concimi perché la rivelazione sul campo dei dati ci dirà dove, quanto, quando e se intervenire.
Con le nuove tecnologie il risparmio di risorse per l’azienda agricola (fitofarmaci, acqua, carburante, per fare qualche esempio) si stima possa arrivare al 10-30%. Nel 2014 il mercato di attrezzature e software per l’agricoltura di precisione ha generato nel mondo un volume di affari pari a 2,3 miliardi di euro ed è previsto un trend di crescita annua del 12% fino al 2020. Secondo l’Istat, il valore della produzione agricola in Italia ammonta a 50 miliardi: se non vogliamo mandare in fumo questa ricchezza ambientale ed economica dobbiamo prendere degli accorgimenti per mettere la tecnologia al servizio della collettività e non lasciarla a un pugno di multinazionali.
I software devono essere rilasciati a costi accessibili e possibilmente open-source e in copyleft. I dati in entrata e in uscita dell’agricoltura di precisione vanno resi disponibili al pubblico in formati non proprietari in modo da garantire l’interoperabilità ed evitare effetti di lock-in con questo o quell’elemento del software e dell’hardware. Bisogna aiutare le piccole e medie imprese (il 30% delle aziende agricole in Italia sono a conduzione familiare) formando figure professionali all’altezza con competenze informatiche e ingegneristiche oggi lontane dal mondo dell’agricoltura.
L’agricoltore 2.0 non deve essere un utilizzatore passivo della tecnologia ma deve lavorare a fianco a sviluppatori in grado di creare, personalizzare, manutenzionare, migliorare software e attrezzature. Vanno organizzati corsi di formazione e aggiornamento per gli agricoltori in ogni Regione italiana. Il Parlamento europeo ha pubblicato uno studio dal titolo: “L’agricoltura di precisione e il futuro dell’agricoltura in Europa” che grazie alla richiesta del Movimento 5 Stelle verrà tradotto in italiano e messo a disposizione di tutti gli agricoltori e di tutte le associazioni di categoria.
Le tecnologie ci daranno presto la possibilità di archiviare la stagione dell’agricoltura intensiva e delle monocolture. Risponderemo ai cambiamenti climatici con intelligenza e resilienza garantendo sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e qualità del cibo. Sarà possibile aumentare la produzione alimentare locale ritornano a coltivare aree agricole al momento abbandonate per mancanza di manodopera qualificata o perché inadatte all’agricoltura industriale, ma dobbiamo evitare, grazie a una comunità attenta, informata e vigile che qualche multinazionale possa trasformare una opportunità e una speranza per tanti, in un profitto per pochi.
di Dario Tamburrano, Efdd – Movimento 5 Stelle Europa