I partiti sono pronti a rimettere le mani nelle tasche dei cittadini con il ritorno a pieno titolo del finanziamento pubblico. Un finanziamento che in realtà non era mai scomparso del tutto.
Il Movimento 5 Stelle, è l’ unica forza politica che ha rinunciato a 42 milioni di euro nel 2013 a cui si aggiungono 12 milioni di euro restituiti dai parlamentari pentastellati in questi primi due anni di legislatura.
Tutti i partiti dal Pd a Sel stanno presentando disegni di legge per tornare in maniera stabile al finanziamento pubblico. Si va dalla proposta di Sel con la proposta ‘un euro un voto’ , al Pd con Sposetti (ex tesoriere Ds) al Senato. Dove attingere i fondi per il ‘gran ritorno’?
Come anticipato da alcuni organi di stampa il decreto del governo Letta che istituì lo scorso anno il finanziamento pubblico tramite il 2 per mille nelle dichiarazioni dei redditi (che si sta rilevando un totale fallimento), stabilì uno scalare dei finanziamenti pubblici con un sempre più teorico azzeramento nel 2017. In tempi non sospetti il Movimento 5 Stelle denunciò l’imbroglio.
Ora i partiti tentano il ‘blitz’ per riesumare pienamente il finanziamento pubblico. Dove troveranno i soldi?
Come ha rivelato ieri ‘Il Sole 24 Ore’ allo stesso tempo Letta fissò dei fondi a copertura del 2 per mille: 7,75 milioni per il 2014, 9,6 milioni per il 2015,27,7 milioni per il 2016 e 45,1 dal 2017. Di quei 7,75 milioni di euro per il 2014 sono stati impegnati solo 300mila euro.
Ed è lì che i partiti vogliono mettere le mani per finanziarsi ancora alla faccia dei cittadini e del referendum del 1993.
Fondi che per il Movimento 5 Stelle andrebbero invece destinati a finanziare il reddito di cittadinanza.